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BIBLIOTECA: L'ultimo Khama

L'ultimo Khama – Stefano Andrea Noventa
Editore: Plesio Editore
ISBN: 9788898585007
Pagine: 206
Prezzo: Cartaceo: € 10,00 eBook: € 2,59



Sinossi
Le sorti dell’esistenza vacillano. I confini della realtà si sgretolano. Sulle spalle di Miya il fardello di condurre il rituale che conferirebbe stabilità al mondo. Tra dubbi e tradimenti, fuggendo all’ira di colui che un tempo ha amato e accompagnata da una sorella forse burattino in mano ad altri esseri, la giovane dovrà riuscire a sigillare quello che viene profetizzato come il Khama definitivo. Nella speranza che i suoi dèi non siano macchine di un tempo antico.


Trama
In un mondo fantasy ottimamente costruito la narrazione si dipana a fasi alterne a distanza di dieci cicli, con continui salti temporali da un tempo all'altro fino all'ultimo Khama, in occasione del 1000 ciclo.
La storia è quella di Belaren, di sua sorella Miya, dei genitori mai conosciuti, di uomini, macchine e divinità che appaiono imprigionati nelle trame di un destino ineluttabile, destino che il giovane Dobrak vuole cambiare e plasmare con le proprie mani.
Questo libro, in sole 206 pagine, è una narrazione di vicende a senso unico, il cui sentiero è già tracciato e porta all'ultimo - il millesimo - rituale di rinnovamento (il Khama, appunto) del mondo che si svolge da tempo immemore, giungendo a comprendere che questo è quell'ultimo Khama delle antiche profezie in cui vi sarà un fattore definitivo nella morte contaminata dalla vita e viceversa tale per cui si andrà a creare un nuovo equilibrio in un nuovo universo.
Per comprendere quest'ultimo passaggio si rende necessaria la narrazione a salti temporali già accennata, che saltando da quest'ultimo Khama a quello precedente (avvenuto 20 cicli prima), consente di comprendere quanto accaduto in passato e quanto questo ha influito il presente di questa storia. Così i personaggi ottengono la loro profondità e così le loro azioni assumono il giusto grado di significato.


Parere
Difficile da recensire l'opera di Noventa, per tanti motivi. Soprattutto perché questo libro pretende sin dalle primissime battute tutta la tua attenzione e non è che si limita a pretenderla, se la prende e si impone.
La scrittura è fluida, i personaggi sono perfettamente delineati e crescono pagina dopo pagina, il mondo in cui si muovono è qualcosa di spettacolare, dipinto dall'autore con semplice complessità grazie a descrizioni minuziose di come questo mondo fantasy sia anche fantascientifico, con biometalli e tecnologie vive che si intersecano a magia naturale espressa dagli interpreti.

Si parte subito nel vivo dell'azione, di quel momento storico per il mondo ivi descritto che sta scivolando ineluttabilmente verso la fine, corrotto dalla proliferazione senza controllo della morte che tutto tocca e tutto distrugge, modifica, corrompe.
In tutto questo, avvolto da un cielo frattale su cui non cala mai la notte fino all'avvento della morte sul mondo e della notte eterna, i personaggi si muovono alla ricerca della verità, verso l'ultimo Khama di rinnovamento all'interno dell'Architettura, alle radici dell'albero della vita.
Un mix di fantascienza, fantasy e mitologia norrena che denotano un mondo finito e retto dagli dèi, costruito dagli stessi alla fine dell'universo, per preservare la vita e gli uomini. Ma se a farlo fossero state delle macchine programmate per questo proprio dagli uomini di quell'universo precedente?

Ecco, qui si sviluppa un'altra sfaccettatura interessante di quest'opera, il suo animo filosofico sul senso e sulla nascita (e la morte) della vita, del mondo, dell'universo. Nel procedere della narrazione si scoprono dalla voce dei vari personaggi coinvolti nuove verità, che vanno a integrare o smentire quanto già noto e scoperto, lasciando al lettore uno sfondo grigio su cui ricostruire le sue certezze di lettura. Questo è ciò che rende davvero difficile recensire questo libro, la sua anima filosofica ed è anche ciò che lo rende un romanzo prezioso, da leggere e rileggere per trovarvi ogni volta una nuova chiave di lettura, una  nuova verità.

La mia verità è che sono amaramente pentita di averlo lasciato in libreria tutti questi anni, dal momento che è uscito nel 2013 e io l'ho affrontato solo ora. Ma, forse, era giunto il ciclo giusto per questo Khama.


Voto: 5/5


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