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Tra Storia e Fantasia: Più fantasy o più storico?

Buongiorno cari speculatores et speculatrices, rieccoci con l'appuntamento rigorosamente aperiodico su come diventare scemi come i demiurghi! 

Oggi ammetto di andare un po’ a braccio, buttiamo un po’ di parole in libertà su come impostare le cose, date le premesse delle volte scorse. 

Ricapitolando, non abbiamo bisogno di fare un world-building, ci basta scegliere tempo e luogo e, se proprio vogliamo incasinarci la vita, creare pure un’ucronia prima del tempo scelto o concomitante a esso per lo sviluppo della nostra storia. 

Ora non ci resta che decidere da che parte far pendere la bilancia: più storico o più fantasy? 

Sembra una domanda banale, ma siccome noi non amiamo nasconderci dietro un dito e giustificare qualunque scemenza con “tanto è fèntesi”, allora questa domanda risulterà essere una delle più ostiche da affrontare. 

Prima di proseguire nella disanima dei vari aspetti dello scrivere un fantasy a sfondo storico, dai personaggi agli usi e costumi, ecc., dobbiamo decidere la deriva del nostro romanzo. Sarà più fantasy? Sarà più storico? Non esiste una ricetta perfetta per questo, sta al vostro sentire personale in qualità di autori. 

Ingredienti imprescindibili per far sì che la vostra personale ricetta funzioni bene, però, sono comunque regole ed equilibri e per trovare questo equilibrio è necessario attivare la vostra personale modalità Marzullo e farvi mille e più domande e, poi ovviamente, rispondere. 

Prevale di più il fantasy? Quante e quali sono le creature fantastiche che si possono incontrare più spesso? Esistono altre razze? Sono tutte evolute allo stesso modo? Se no, quali sono le caratteristiche principali della loro evoluzione? Che impatto hanno nel lato storico del romanzo? È credibile? 

Prevale di più lo storico? La magia, che tipi ci sono? Quali sono ammessi e quali no? Come funzionano quelli legali? E quelli illegali? Hanno regole precise? Quali? Come influenza la magia descritta, legale o meno, il lato storico del nostro romanzo? È credibile?

La domanda ricorrente che dovrete porvi sempre è sempre l’ultima: è credibile?

Se non lo è, l’insieme finisce per risultare forzato, caricato dal potere del deus ex machina della volontà dell’autore e viene meno il patto con il lettore sulla sospensione dell’incredulità. 

In un mondo medievale, per esempio, con una forte connotazione storica, tutto ciò che è legato alla magia – per quanto bianca – è universalmente ricondotto al maligno, ai patti col diavolo di streghe e stregoni. Rimanendo entro i parametri posti da questo primo solco potremo costruire un mondo in cui la magia ha dei forti impatti, ma per lo più negativi sulla società, risultando molto credibile e in linea con la mentalità dell’epoca e fornendo ai nostri personaggi una sfilza di casini inenarrabili. La cosa potrebbe essere divertente (per voi, per i vostri personaggi molto meno), di certo non semplice. Non faccio l’esempio opposto perché di solito i romanzi fantasy “classici” hanno un’ambientazione finto-medievale, che non serve vada a descrivere cosa succede. 

Ma se invece volessimo un’ambientazione dalla forte connotazione storica, ma molto influenzata dalla magia? A me viene subito da pensare a una grandissima civiltà del passato: gli Egizi. 


Anche solo guardando la grandezza e la maestosità dei reperti archeologici, subito si capisce come quella società fosse profondamente connessa con il divino e la magia. Tutto nella loro vita ruotava intorno alla magia e agli aspetti divini di qualsiasi cosa, basti pensare che il Faraone altri non era se non l’incarnazione del dio Amon-Ra. Le sacerdotesse di Hathor si tatuavano il corpo in corrispondenza degli organi principali e di quelli riproduttivi per assicurare un ciclo naturale sano, con la protezione della dea sulle nascite e, soprattutto, sul parto, il momento più pericoloso della vita di una donna. 
Insomma, gli Egizi sono stati una civiltà millenaria convinta fin nelle ossa dell’esistenza e del reale funzionamento della magia. Da andarci a nozze per noi! Di certo dovrebbe essere presa come fonte di ispirazione per chi volesse creare un’ambientazione con queste caratteristiche principali, fatta salva la loro applicabilità al tempo e al luogo scelto per lo sviluppo narrativo. 

A mio avviso, uno degli aspetti da tenere in considerazione per cercare di mantenere un buon equilibrio tra storia e fantasia, in questo senso, risiede nello sfruttare miti e leggende del posto, magari rendendoli “veri”. La gente “pensa” che siano solo miti, ma invece sono ben più che reali (e tendenzialmente fanno molto male alla salute). Sfruttare miti e leggende, magari il pantheon stesso di riferimento della società in questione. 
Poi, insomma, si parla di fantasia no? Metteteci la vostra, gli ingredienti di base ora li avete, create la vostra personale ricetta. L’importante è che alla domanda “è credibile?” la risposta sia un secco e deciso “Sì”. 

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