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BIBLIOTECA: Luna


Luna – Francesca Verginella
Editore: self-publishing by Smashwords Editions
Formato: eBook
ISBN: 9781301519231
Pagine: 502
Prezzo: € 7.84

Sinossi
Luna nacque in una notte molto particolare, una notte importante. Importante per tutte le Famiglie, per tutti i Mondi. Non era infatti solo la vigilia del giorno in cui suo padre Ledon, generale dell’esercito di Deos, avrebbe condotto le truppe riunite di tutte le razza libere alla battaglia decisiva contro Cron: le stelle indicavano che quella notte sarebbe nata la prescelta. Di tutto ciò però Narciso non conservava alcun ricordo conscio. La sua vita, la sua famiglia, il suo lavoro non avevano assolutamente nulla al di fuori dall’ordinario. Gli unici momenti fuori dagli schemi erano quelli passati con Ares, un amico che si dilettava a dipingere paesaggi fantastici, ma incredibilmente vicini a quelli che lei spesso vedeva nei suoi sogni. Fu in maniera brusca quanto improvvisa che un uomo, incontrato apparentemente per caso, le disse che l’ora era giunta, che doveva tornare, ricordare, abbandonare tutto, uccidere Narciso e far risorgere Luna. Le parole dell’uomo, lacerandola dentro, riuscirono alla fine a convincerla a tornare a Solamia, il continente su cui era nata in un altro tempo, in un altro mondo. Il ritorno non fu però affatto piacevole: la grande Deos, di cui le aveva parlato l’uomo, era in rovine, così come il resto di quella terra, caduta sotto il giogo di Cron. Cominciò a questo punto per Luna un difficile percorso alla riscoperta di sé stessa, dei suoi poteri e della sua coscienza. Ad aiutarla in questa impresa ci sarà Arat, un giovane guerriero conosciuto tra i sopravvissuti alla guerra, ed un gruppo di “eroi” ed “antieroi” che si unirono a loro strada facendo.

Trama
Il libro narra delle avventure di Luna nelle terre di Solamia, dopo aver abbandonato con una semplice scrollata di spalle il suo vecchio mondo e la sua vecchia vita di Narciso, una semplice ragazza che vive nella periferia parigina, accettando il suo destino di Feteh – predestinata – in un altro mondo.
In questo mondo il suo fine è la lotta e l’unione, narra infatti la leggenda che la Feteh unirà le genti contro il nemico e l’oppressore e che guiderà con il suo potere di Deoscuridiana tutta la gente libera di Solamia in una grande battaglia, l’ultima, che porrà fine al giogo del malvagio Cron, dittatore e tiranno che da oltre vent’anni imperversa sulle terre del continente.
Seguendo il viaggio di Luna, accompagnata da un manipolo di prescelti, percorreremo con loro le tappe di un estenuante viaggio della speranza dove la strada percorsa è costellata di morte e sofferenza, un percorso di crescita non solo dell’ideale che Luna incarna, ma anche di conoscenza e di coscienza di sé che porterà Luna e il libro a un finale sopra le righe.

*** ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL LIBRO ***

Parere
Se mi dovessi esprimere con una sola parola direi semplicemente: deludente. Avendo molto più spazio a disposizione però non mi limiterò certo a un parere così misero e inconcludente, in quanto le basi originali della storia avrebbero un potenziale che meriterebbe di essere sviluppato meglio di così.
La storia si apre con la creazione del mondo, reminescenza epica della letteratura d’altri tempi, che si pone come un’alternativa molto particolare alla classica mappa da seconda di copertina. Il problema è che questo prologo è irrimediabilmente noioso, per il modo in cui è verbosamente ricercato, particolare questo che anche in tutto il resto del libro tornerà a manifestarsi costantemente sebbene in misura sempre minore man mano che ci si avvicina alla fine della lettura.
Successivamente vi è un secondo prologo, la danza delle lune, altrettanto inutile e ben poco credibile dal punto di vista di meccanica celeste: la rivoluzione delle due lune è quantomeno improbabile dal momento che le fasi lunari sono determinate dalla posizione del pianeta nella traiettoria di luce che dal sole va a colpire il/i satelliti. Il moto proposto sembra quasi un avvicendarsi di due satelliti legati gravitazionalmente anche tra di loro, tali per cui si eclissano a vicenda, ma se così fosse per la posizione relativa rispetto al pianeta e al sole avrebbero fasi differenti e sarebbero per la maggior parte del tempo visibili entrambi.
Nella saga di DragonLance le lune che illuminano le notti di Krynn, per esempio, sono addirittura tre e sono trattate come normali lune, per quanto nella concezione fantastica Nuitari – la luna nera – non sia praticamente mai visibile realmente per il suo colore che trova comunque facilmente una spiegazione legata alla composizione del suolo, cosa questa dedicata ai più esigenti ovviamente.  Posto che questo è comunque un libro fantasy soprassediamo, ma una maggiore cura vista quella dedicata alla formazione geologica del mondo, non sarebbe stata sgradita.
Dopo un inizio piuttosto promettente, per quanto verboso nelle descrizioni fin troppo particolareggiate, entriamo nella storia della protagonista, che sembra essere una normalissima e comunissima ragazza vent’enne, con una famiglia affettuosa, degli amici con cui va a divertirsi in discoteca il sabato sera e un ragazzo – Ares – con il quale forse potrebbe intessere una storia più approfondita. Ciò che stona nella vita normale di Narciso, questo il suo nome, sono i sogni che fa, ma che – appunto – sono solo sogni. Fino al giorno in cui alla sagra del paese entra nella casa degli specchi dove la sua vera essenza viene risvegliata, poiché il tempo è giunto e la Feteh deve portare il suo messaggio di speranza e di vendetta a Solamia (riprendendo DragonLance… voluta citazione alla terra dei cavalierie, Solamnia?).
Qui avviene il primo scivolone dell’autrice, che tratta questo distacco e il passaggio da una vita all’altra in modo molto frettoloso e quanto mai leggero, senza soffermarsi – forse perché nella sua ottica non importante – sui personaggi che sono stati i cardini dell’esistenza di Narciso fino a quel momento. È altrettanto disarmante il modo in cui Narciso accetta di essere Luna, la Feteh, e mette in pratica questo passaggio, senza alcun rimorso o rimpianto: semplicemente se ne va, scomparendo nel nulla senza una spiegazione, un biglietto, nulla, bensì con un’indifferenza scioccante.
In molte altre opere mi sono imbattuta in passaggi simili e sempre c’è stata una motivazione logica, qui assolutamente assente, soprattutto in virtù di quel legame affettivo tra Narciso e la famiglia adottiva che l’autrice ha ben spiegato in più di un’occasione.
Allo stesso modo, il ritorno di Luna a Solamia è accolto da una madre-generale che dei sentimenti di amore materno (può esserci più grande sacrificio per una madre di quello di abbandonare la propria figlia per garantirne la salvezza?) inizialmente palesati mostra in realtà di non sapere cosa essi siano: un passaggio da una vita all’altra così traumatico, con l’aggiunta del fardello non da poco di essere l’eletta, la predestinata senza esserne pronta o consapevole, spingerebbe qualunque madre mossa da sentimenti d’amore verso la propria figlia non solo a preservarla e proteggerla, ma anche consolarla e darle le nuove fondamenta da cui ricostruirsi una vita. Invece no, siamo alla stregua di “alzati e cammina” mostrando un’incongruenza di fondo tra la prima parte del primo capitolo fatta di sentimenti ben spiegati e approfonditi.
Per quanto comprensibile la precarietà del momento che viene vissuto sul continente di Solamia, i discorsi da gerarca nazista di Lòren, regina della Famiglia Deoscuridi e madre di Luna, fanno rabbrividire interiormente il lettore, che può solo vedere tra le righe non una madre quindi, ma una fredda manipolatrice che non si pone scrupoli a mandare in pasto al nemico una figlia del tutto impreparata ad affrontare una qualsiasi cosa in un mondo che non solo non conosce, ma che è pure sconvolto da una dominazione distruttiva da oltre un ventennio, con la sola giustificazione di avere un potere mistico caratteristico dei Deoscuridiani puri e di usarlo, senza nemmeno una parvenza di istruzione su come fare a usarlo. Insomma, una regina madre che dà per scontate le cose e una figlia pavida incapace di usare effettivamente la testa, perché nessuno con un minimo di cervello si comporterebbe così, alla stregua di un burattino.
Pur impreparata quindi, Luna affronta il viaggio cui è destinata, accompagnata da uno scettico Arat, da alcuni mercenari con uno strano senso del dovere, da un medico e da uno dei pochissimi sopravvissuti della sua Famiglia.
Tutto il resto del libro mi è stato un po' ostico e difficile, personalmente a tratti molto noioso, alla scoperta di usi e costumi dei vari popoli che incontrano, assimilati dalla potente Feteh come propri al fine di unire le genti sotto un unico vessillo, cosa questa non sbagliata e molto caratteristica, ma che oltre a mostrarci il lento scorrere del tempo e a farci vivere le stesse ansie da ritardo, pesa sulla lettura rendendola talvolta troppo lenta; lo scetticismo di Arat si trasforma via via in amore in apparenza corrisposto e a chi spera la classica storiella d’amore tra i due protagonisti resterà deluso, anche perché l’incostanza e l’incongruenza proprie del personaggio principale svela anzitempo come andranno a finire le cose. Quasi fosse, per l’autrice, un contrappasso da far scontare ad Arat per il suo comportamento maschilista nei confronti di Aza, guerriera che li accompagna. Le trame del perfido Cron vengono di volta in volta mandate in fumo come da copione, seguendo una via tracciata anzitempo dal fin troppo palese Capo Ombra, altro cattivo nella storia, per consentire a Luna di crescere e conoscere se stessa, il potere che detiene e ciò che veramente vuole e può fare.
Potere, quello di Luna, capace di fare tutto. Azzarola. Muove mari e monti, manca poco che crei le cose dal nulla. Potere che non viene praticamente mai gestito volontariamente dalla ragazza che non sembra nemmeno interessata a imparare a usarlo, finendo per sembrare sempre usata dal potere dei deoscuridiani. Potere così grande che viene naturale chiedersi come sia stato possibile che proprio la Famiglia Deoscuridi sia stata letteralmente spazzata via dalle creature mutate create da Cron, quando le altre Famiglie – Atralidi, Underidi e Nimferidi – e i mezzosangue e uomini liberi e normali sono riusciti a sopravvivere nonostante tutto. Altra grossa incongruenza della storia ben poco spiegata da un generico accanimento non giustificato e, proprio per questo caratteristico potere, altrettanto poco credibile crollo.
La storia quindi, nel suo svilupparsi pagina dopo pagina, presenta molti buchi narrativi, non tanto come fatti non trattati, bensì trattati con superficialità e messi in tavola da un deus-ex-machina senza alcuna spiegazione credibile; inoltre, troppe volte l’autrice si dilunga in minuziose descrizioni fatte con metafore e similitudini che alla lunga rendono la lettura decisamente noiosa, caricata inutilmente di orpelli stilistici che servono a ben poco se non a rendere la lettura lenta e sofferta.
Sofferenza inferta anche dalla gran quantità di refusi che intralciano lo scorrere delle parole, gli eventi narrati quindi non si elevano mai a “visioni” delle scene (l’autrice non riesce a renderle a sufficienza da permettere al lettore di visualizzare gli accadimenti, ma solo di leggerli) o dei paesaggi incontrati, per non parlare di alcuni grossolani errori dettati certamente da sviste in fase di stesura.
Per quanto l’idea in sé sia estremamente originale – soprattutto per il finale – e abbia delle grosse potenzialità, tutto viene quindi rovinato da uno sviluppo che sembra approssimativo, carente in modo palese di un serio lavoro di correzione e revisione, per non parlare poi di un successivo editing non solo ortografico che purtroppo porta a svilire anche il significato recondito del finale stesso, svuotandolo e dandogli l’ennesima svolta da “cambio idea” di Luna.
Ancora una volta, quindi, mi trovo di fronte a un’autopubblicazione che, per quanto possa essere fatta con i migliori intenti dall’autrice, ricalca (in modo involontario, ne sono certa) la strada della scorciatoia per pubblicare a tutti i costi, quasi che il lettore non conti, quando invece si trova a sborsare anche un bel po’ di euro comprare un eBook che – mi spiace enormemente dirlo – non vale tanto così com’è.

L'impressione generale, insomma, è che l’autrice abbia avuto fretta di pubblicare tralasciando un importante fase del lavoro: l’editing e la revisione, penalizzando un lavoro che mostra spunti molto interessanti e una storia e un’ambientazione molto originali.

Voto: 1/5

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