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ARCHEOLOGIA E STORIA: I Saturnalia

Articolo tratto da Romanoimpero.it

In memoria dell'antica età dell'oro dell'uomo venivano celebrati i Saturnalia, presso il solstizio d'inverno. Originariamente duravano un solo giorno, il 17 dicembre, poi una intera una settimana, dal 17 al 24 dicembre di ogni anno. Durante i Saturnalia, il ruolo di padroni e schiavi veniva invertito, cadevano le regole e i vincoli morali, e si eleggeva una specie di re carnevalesco: il saturnalicius princeps.


I Saturnali, ovvero i Saturnalia, sono una delle più antiche del calendario festivo romano. Si festeggiavano durante il riposo dai lavori agricoli e rappresentavano quindi la temporanea liberazione dalle fatiche del lavoro, dalle costrizioni sociali e dalle convenzioni morali.
La festa, serviva anche ad augurare la fecondità della terra e celebravano anche l’epoca primordiale in cui si riteneva che la proprietà delle terre e dei beni fosse comune e che non esistessero né il lavoro né i conflitti sociali né la guerra. Durante i Saturnali l'autorità ed il potere dei padroni sugli schiavi era temporaneamente sospesa: questi cambiavano i loro abiti con quelli dei loro signori ed eleggevano un loro Re per le feste, che presiedeva ad un grande banchetto in cui il signore serviva a tavola i suoi schiavi. Nel periodo arcaico, questo Re, alla fine delle feste, veniva poi messo a morte.

Tale usanza risaliva, molto probabilmente, al mitico periodo in cui i Pelasgi giunsero a Saturnia. Gli Elleni, dopo aver scacciato gli abitanti del posto, sacrificarono un decimo del bottino ad Apollo ed eressero due templi: uno ad Ade e uno a Saturno che identificarono con il loro Crono. Ad Ade sacrificavano teste umane e a Saturno immolavano un uomo. A questo mito si sovrappose quello di Ercole, di passaggio in quelle regioni, che convinse i suoi connazionali a non offrire teste umane, ma statuette d'argilla ed a sostituire l'immolazione di un uomo con l'offerta di ceri accesi.

Così i Romani, in tempi più recenti, anziché sacrificare uomini usavano scambiarsi in dono ceri e statuette d'argilla riproducenti fattezze umane.

Caratteristiche dei Saturnali:
- la libertà concessa agli schiavi di trattare i loro padroni da pari a pari e persino di rinfacciare loro vizi e difetti e di insultarli;
- la presenza di grandi banchetti cui era consentito di partecipare a tutti, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e culturale; le danze, le feste, gli spettacoli e il gioco d’azzardo, solitamente proibito;
- una certa rilassatezza dei costumi (severamente biasimata, evidentemente per gli eccessi cui era giunta, da diversi intellettuali di età imperiale, come Seneca o Plinio);
- lo scambio di regali.
- danze, musiche e balli
- offerte di ceri accesi

Per Virgilio la missione storica di Roma, secondo una precisa volontà degli Dei, va dalle profezie della Sibilla al ritomo del tempo di Saturno e la nascita di un fanciullo che chiuderà l'età del ferro e riaprirà le porte ad un nuovo ciclo aureo.

Pertanto i Saturnali, all'epoca di Virgilio, si sono trasformati in una religione misterica, come precisa Macrobio nell'opera Saturnalia: "II diritto divino non mi permette di rivelare nozioni connesse alla segreta essenza della divinità: posso esporre soltanto la versione mista ad elementi mitici o divulgata dai fisici. Quanto alle origini occulte... non si possono illustrare nemmeno durante le cerimonie sacre; anzi, qualora si giunga a conoscerle, è obbligo tenerle ben nascoste dentro di sé".

I Saturnali si celebravano a dicembre, l'ultimo mese dell'anno ed erano ufficialmente proclamati il 17 dicembre, solo dopo aver compiuto il sacrificio nel tempio di Saturno nel Foro ed aver terminato il lettisternio. In epoca arcaica la festa si svolgeva in quest'unico giorno; in seguito la durata delle celebrazioni fu portata a tre giorni da Cesare, a quattro da Augusto, a cinque da Caligola e, infine, a sette da Domiziano.

Durante i Saturnali i tribunali e le scuole erano chiusi: era proibito iniziare o partecipare a guerre, stabilire pene capitali e, comunque, esercitare qualsiasi attività che non fosse un festeggiamento. I Saturnali si svolgevano e nel periodo precedente il solstizio d'inverno, alla vigilia del Natale del Sole: il nuovo Sole che rinasce dopo la sua morte simbolica.

La parte ufficiale della festa consisteva in un solenne sacrificio nel tempio cui si assisteva a capo scoperto e durante il quale si scioglievano le bende di lana che avvolgevano i piedi del simulacro di Saturno. Seguiva un banchetto pubblico dove tutti i convenuti si scambiavano brindisi e auguri. Saturno rimaneva slegato ad adempiere le sue funzioni di fondatore di una nuova era fìno alla fine dell'anno. Al rinnovo del ciclo annuale, il simulacro veniva nuovamente legato ed un suo sostituto, il Rex Saturnaliorum, veniva simbolicamente ucciso. Tutto ciò in ricordo degli arcaici sacrifìci umani e perché l'Età dell'Oro non è restaurabile se non alla fine di questo ciclo, quando il dio rinascerà bambino.

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