Storia: Augusta Taurinorum: ricerca per un racconto Parte I

Quella che segue è il frutto della ricerca per la preparazione di un racconto che è stato inserito nell'antologia della Specula. Come sempre cercando si trovano molte notizie e diverse fonti sono in contrasto tra loro.
Ho voluto dividere la ricerca in due parti: nella prima vi saranno le notizie di carattere storico ed archeologico mentre nella seconda ho riportato alcune noti utilizzate perazie esoteriche e leggendarie. Alla fine molte di esse sono state utilizzate per dar vita al racconto ed infatti ho pensato di vivacizzare l'articolo riportando alcuni brani della prima stesura.
Buona lettura.
La più probabile potrebbe essere quella legata al termine celtico, di origine indeuropea taur (o thor) che significa monte. A conferma di ciò vi sarebbe la testimonianza che riporta l'usanza celtica di venerare alcuni elementi della natura tra cui le montagne.
Un'altra ipotesi più fantasiosa e meno attendibile ha invece dato vita ad una leggenda popolare che ricondurrebbe all'esistenza, nei pressi di un villaggio neolitico, di un temibile drago che sarebbe stato sconfitto da un toro (taurus) che un contadino avrebbe fatto inebriare con un otre di vino. La lotta tra i due animali sarebbe stata cruenta al punto che il toro, dopo aver sconfitto il mostro, morì per le ferite riportate. Il popolo, in onore della vittima, decisero di chiamarsi Taurini.
In entrambi i casi si risale ad un popolo preromano che ai tempi della discesa di Annibale nella penisola (218 a.C.) furono tra i pochi a rimanere alleati di Roma. Il fatto è riportato dagli storici Polibio ed Appiano che riferiscono come la città principale dei Taurini, Taurasia, probabilmente posta come l'attuale Torino a controllo dei punti di attraversamento del Po, resistette tre giorni prima di dover capitolare. Cosa ne sia stato dei superstiti e degli avvenimenti successivi dei Taurini e della loro città non è riportato da alcuna fonte.

La colonia Julia Augusta Taurinorum si sviluppò con il caratteristico impianto urbanistico a pianta quadrata con le strade ad angolo retto, tipico delle città romane. Impianto mantenutosi ed ampliato fino ai giorni nostri, almeno nel centro cittadino. Il perimetro della città dovette misurare circa 2.875 metri, racchiudendo una superficie di 45 ettari, avente la forma di un quadrangolo con un angolo smussato. La cinta muraria era composta da mura che superavano i cinque metri di altezza e i due metri di spessore in cui si aprivano quattro porte: Decumana, Prætoria, Principalis Dextera e Principalis Sinistra; la cinta era rafforzata da cinque torri angolari ottagonali e torrette di guardia su ciascun lato, in corrispondenza dello sbocco delle vie cittadine e un certo numero di posterle (piccole porte di accesso utilizzate per i camminamenti) che si ritiene che fossero posizionate in corrispondenza di ciascuna torretta. L'interno delle mura presentava il cosiddetto intervallum, ovvero un camminamento che permetteva lo svolgimento di regolari ronde da parte delle milizie. La strada principale era il decumanus maximus che collegava la Porta Prætoria con la Porta Decumana lungo quella che attualmente è via Garibaldi; a circa un terzo della sua lunghezza il decumanus maximus incrociava il cardo maximus che collegava le porte Principalis Dextera e Principalis Sinistra sviluppandosi lungo l'attuale tracciato di via San Tommaso e via Porta Palatina. Entrambe le strade erano di larghezza doppia rispetto alle altre vie cittadine e, ovviamente erano tutte lastricate come ogni strada all'interno delle città romane. Dal punto di incrocio delle due vie era possibile vedere tutte e quattro le porte della città e accedere al grande spazio quadrangolare del Forum che, con molta probabilità trovava luogo a ridosso dei due assi viari principali, nell'area attualmente occupata da piazza Palazzo di Città , piazza Corpus Domini e dai relativi caseggiati circostanti.
Cercando notizie sulla fondazione della città mi sono imbattuto sui primi misteri .. e riguardano proprio la sua fondazione
LA CENTURIAZIONE DI AUGUSTA TAURINORUM
Successivamente venivano tracciati da una parte e dall'altra degli assi iniziali i cardini e i decumani secondari (limites quintarii). Erano assi stradali posti paralleli ad intervalli di 100 actus (circa 3,5 km). Il territorio risultava così suddiviso in superfici quadrate chiamate saltus.
La rete stradale veniva ulteriormente infittita con altre strade parallele ai cardini già tracciati ad una distanza tra loro di 20 actus (710,40 m). Le superfici quadrate risultanti da questa ulteriore divisione erano le centurie. L'importanza di un'opera simile non è comprensibile ai giorni nostri in quanto siamo abituati a vedere il paesaggio che ci circonda con gli occhi dell'uomo moderno che non riesce a comprendere quello che i suoi occhi vedono ma basti pensare alla Pianura Padana: la su attuale conformazione: campi, strade e città devono la loro posizione all'opera di colonizzazione romana e alla loro centuriazione.
Ma questo spero di riuscire ad approfondirlo in un altro articolo.
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