BIBLIOTECA - Atto d'amore
Atto d’amore –
Francesco Cinque
Formato: eBook
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Sinossi
Magari sei un balordo, ma, pur con i tuoi vizi spregevoli,
riesci a tenerti dentro i confini della società. E magari capita che un giorno
ti innamori, e che proprio ciò che dovrebbe renderti più umano ti faccia
percorrere quel centimetro che ti fa uscire dalla normalità. L’amore fa
impazzire? Forse. L’amore crea mostri? Può darsi.
Nessuno è in grado di prevedere cosa può succedere
quando un uomo incontra una donna. Soprattutto quando l’uomo è uno stupratore
occasionale e quando la donna è una figura forte, ma incomprensibile come
Teresa.
Trama
Non lasciatevi ingannare dal titolo, questo romanzo è un
romanzo d’amore, ma non aspettatevi un romance. La trama è un intrico
inverosimile di episodi di vita vissuta, una vita – quella del protagonista io
narrante – certamente immaginata, ma non per questo lontana dal possibile, dal
vero.
La storia si svolge a Napoli, ma non nella Napoli che vediamo in TV: né in quella patinata del centro storico e dei monumenti, né in quella ultra degradata territorio delle cosche
mafiose. La Napoli che Francesco Cinque ci mostra è la città di confine, dove
la legalità c’è, ma non si vede e la giustizia migliore è quella ancora
interpretata secondo l’antico e mai veramente dismesso codice d’onore che
impone il far da sé.
Su questo sfondo si muove il protagonista, uno stupratore, e
la donna che gli scombinerà l’esistenza: Teresa.
La sua vicina di casa.
Quella che spia sempre dalla finestra, desiderandola.
Quella che lo travolgerà e lo trascinerà nella follia della
sua esistenza incomprensibile, fatta di gesti sinceri anche se a volte all’apparenza
decisamente sopra le righe.
Quella donna che gli chiederà di esaudire un ultimo
desiderio, quella donna per cui questo protagonista scurrile, violento e
perennemente indeciso di uscire allo scoperto farà quello che in molti
considerano un atto d’amore supremo: l’annullamento del proprio sé per
realizzare il sogno dell’altro.
Parere
È difficile dare un parere, essendo donna, sulla storia di
uno stupratore. Perché, per quanto l’io narrante sia quello del protagonista
stupratore, mi viene forse più naturale immedesimarmi nella sua vittima. Almeno
all’inizio.
Mi è stato difficile da mandare giù il modo crudo in cui il
libro incomincia, senza sconto alcuno alla donna alla mercé di quest’uomo che –
sin da subito – mi è stato non proprio antipatico, ma maledettamente sui
cosiddetti! Non che poliziotti, vigilantes o parenti in cerca di giustizia
fai-da-te siano stati migliori…
Ma poi il proseguire è diventato via via sempre più…
morbosamente necessario.
La cosa ha dell’incredibile: il tema trattato è duro, i
termini sono crudi, la vivisezione della propria psiche che il protagonista fa
ci mostra abissi mostruosi che sappiamo celarsi nell’animo umano ogni volta che
sentiamo di un qualche efferato delitto, ma che il più delle volte preferiamo
ignorare.
Francesco Cinque non consente al lettore di ignorarlo. Lo
estirpa dal cuore parola dopo parola e poco importa se sono presenti (pochissimi
in verità) refusi, poco importa se la bocca si storce a leggere certe
volgarità, poco importa se rimaniamo sconcertati dai pensieri e dalle azioni –
per lo più velate dal far capire senza realmente dire – riprovevoli dell’uomo:
il lettore è catturato dallo stile fluido e dalla curiosità morbosa di sapere,
di capire, di sperare.
Sapere cosa succede nella pagina successiva, capire se il
rapporto con questa donna folle evolverà in ciò che lei chiede o se rimarrà una
specie di caccia al contrario, sperare che qualcosa in questo protagonista
crudo, duro, rifiutato dalla società e dalla nostra moralità, cambi o che
qualcuno lo fermi sul serio.
Questa è la bravura dell’autore: calarci nella mentalità
selvaggia e spaccata di uno stupratore che da cacciatore sembra trasformarsi in
preda, nel quale desideri, pulsioni e ragionamenti si inseguono con amara
ironia a mostrare una personalità instabile e multisfaccettata come può essere
una qualunque persona, far brillare per un momento l’incredibile senso di amore
che lega due persone che per gli stereotipi letterari sono “negativi”.
Ma l’amore conosce forse “positivo” o “negativo”? L’amore
guarda forse in faccia a qualcuno?
L’amore può far fare follie, come a Teresa, come al nostro
protagonista, l’amore può diventare baratro di follia senza fondo e rendere un
incontro particolare un’icona da preservare a tutti i costi, l’amore può far
impazzire e trasformare un uomo violento in un serial killer, un serial killer
che può rischiare di trovare ciò che cerca nella sua ultima vittima che a un
passo dal deluderlo ridiventa simbolo di quell’amore a lungo inseguito, cercato
e, alla fine, trovato e vissuto per lo spazio di un solo respiro.
O di un solo sparo.
Scendendo un po’ nella parte tecnica, lo stile dell’autore è
apprezzabile per la fluidità della sua stesura, pur avendo la capacità di
mostrarti salti temporali notevoli, pur inanellandoli in una catena di eventi
che porta al finale con molta facilità nonostante si possa incappare in qualche
refuso sparso.
Il linguaggio usato è crudo e volgare, cosa che può dar
fastidio a lungo andare, anche se ha il pregio di far entrare meglio il lettore
nella psicologia malata e perversa del protagonista, i dialoghi non sono molti
rallentando in questo modo il ritmo di lettura, e sono per la maggior parte in
napoletano anche se – per la fortuna di noi “polentoni” – comunque ancora in un
idioma italianizzato tale per cui ci è più facile comprendere quanto scritto.
Nel complesso il libro quindi mi è piaciuto molto,
sicuramente originale e per una volta tanto con un finale inaspettato, per
quanto roseo, non mi sento di consigliarlo a occhi chiusi, anzi, teneteli ben
aperti! Poiché sia i temi trattati, che gli episodi narrati non sono
esattamente ciò che ci si possa aspettare in un romanzo. E se vi sentite pronti
per qualcosa assolutamente fuori dall’ordinario, allora buona lettura.
In ultima, faccio presente che questa lettura la considero altamente
sconsigliata a un pubblico minorenne.
Voto: 4/5
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