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RACCONTI: Visioni notturne


Marcella si svegliò di colpo. Qualcuno stava bussando alla sua porta, e sembrava avere una certa urgenza.
Si alzò, gli occhi ancora pesti di sonno - era riuscita ad addormentarsi solo qualche ora prima - e si gettò uno scialle sulla veste da notte. "Che succede?"
Era la sua attendente, Erennia. "Marcella, mi dispiace, ma Tuscia è di nuovo..." un urlo agghiacciante la interruppe "...andata."
Con un sospiro seccato la Sibilla si mise a correre verso i dormitori delle novizie. Le ultime volte che era successo Erennia era riuscita a controllare la situazione, ma evidentemente questa crisi doveva essere peggiore. Quando giunse alla lunga camerata, le ragazze erano raccolte attorno a uno dei letti, e tra di loro si scorgevano le altre Sacerdotesse anziane.
"Sibilla, abbiamo provato di tutto, ma non riusciamo..."
La ragazzina era stesa sul letto, la veste da notte madida di sudore. Il suo corpicino magro si contorceva, inarcandosi spasmodicamente, scalciando, gli occhi che si muovevano frenetici dietro le palpebre chiuse.
Le ragazze si fecero da parte e la Sibilla appoggiò una mano sulla fronte di Tuscia.
"Veggente, placa il tuo tormento, e dimmi cosa vedi."
La voce della donna era gentile ma autoritaria, ma quella della ragazzina che le rispose sembrava provenire dai più remoti recessi dell'Averno.
"...Lotta...Ha una corona d'alloro, la porpora...cade, si rialza...lotta contro dei corvi, difende una donna armata...dodici corvi neri lordi di sangue...nemico sconfitto ma mai domato...ah, cade, cade di nuovo..."
La Sibilla cominciò a fare domande, sempre in tono calmo, e le altre ragazze vennero allontanate dall'altra parte della sala. Quando Marcella si rese conto che Tuscia era quasi allo stremo, con pazienza tramite la sua voce la ricondusse passo passo oltre il Velo che separava il loro mondo dagli altri, e a quel punto la ragazzina riaprì gli occhi.
"...E' successo di nuovo?"
"Sì, cara." rispose Marcella in tono affettuoso. Tuscia gemette.
"Riuscirò a ricordarmi almeno una volta quello che vedo?"
Marcella sospirò. "Fin troppo presto, temo. Ma hai bisogno di esercitarti molto. Ora vai con Vitruvia alle cucine e mangia qualcosa, d'accordo?"
Quando Tuscia e l'altra sacerdotessa furono uscite, Marcella battè le mani e fulminò con lo sguardo alcune delle novizie, che fissavano con un'espressione gelosa il letto di Tuscia e mormoravano tra di loro.
"Ora tutte a letto. Non voglio sentire una sola parola su quello che è successo, sono stata chiara?"
Le novizie risposero con un vago "Sì, Sibilla..." e tornarono di malavoglia ai loro letti.
"Erennia, fai venire un messaggero. Diocleziano deve essere informato."
Quando la Sibilla tornò al suo alloggio seguita dalla fedele Erennia, era quasi l'alba. Troppo tardi per sperare di dormire ancora, era quasi l'ora delle devozioni del mattino. Si servirono di pane e frutta, e si distesero pesantemente sui triclinii.
"Quella ragazzina mi preoccupa."
Erennia sospirò. "Imparerà, come tutte le altre."
"Ha un potenziale troppo elevato, e il fatto di aver già ricevuto dei rudimenti in un ambiente non protetto non aiuta." Marcella lo disse con tutta la diffidenza di un professionista dei confronti di chi riteneva solo dei dilettanti. La madre, la nonna e la bisnonna di Tuscia potevano anche aver avuto il Dono, ma un addestramento supportato solo con l'esperienza non era niente in confronto a quello che si riceveva lì, nel tempio della Sibilla Tiburtina, che addestrava veggenti da secoli e tra loro sceglieva la Sibilla. Lo sguardo di Marcella si spostò sulla statua di Albunea, la loro Sibilla più famosa, raffigurata mentre bruciava dei rotoli di pergamena con un'espressione allo stesso tempo remota e sprezzante.
"Di solito una ragazza di quell'età a quei livelli è già quasi impazzita. Lei invece quando non è impegnata nelle Visioni è ben radicata in questo mondo...ha un equilibrio che mi sorprende."
Lei stessa sapeva bene che la Sibilla non era necessariamente la più potente tra le veggenti, ma quella che riusciva a reggere meglio il potere spaventoso che lo spirito percepiva quando era fuori dal corpo, e le debilitazioni di questo per reggere il consumo di energie. Marcella, che aveva una quarantina d'anni, non si faceva illusioni: raramente una Sibilla superava i cinquant'anni. Mai i sessanta.
"Dobbiamo pensare a qualcosa per la ragazzina." La voce di Erennia la riscosse dalle sue elucubrazioni. Ci pensò su un attimo, poi rispose: "Bistecche."
"Come?"
"Carne rossa. Due volte alla settimana, se non ci sono cambiamenti aumenteremo le dosi. Le farà bene...è tutta pelle e ossa."
Erennia rimase basita. La tradizione imponeva a coloro che prestavano servizio al Tempio della Sibilla una dieta rigidamente vegetariana, supportata da formaggi, uova e, qualche volta, pesce. La carne - sopratutto quella rossa - era molto rara e veniva mangiata solo quella dei sacrifici, nelle grandi feste. Il motivo era molto semplice: la carne, come l'attività sessuale regolare e gli alcolici, ottundevano pesantemente i sensi di una veggente, rendendo più difficile il distacco dello spirito dal corpo e l'apertura dell'anima alle visioni. Se una disposizione simile non avesse limitato Tuscia, proprio non sapeva cosa avrebbe potuto funzionare.
"Stavo anche pensando di consentirle di fare visita a sua madre più spesso..." "No, Marcella, questo no! Già le altre ragazze si chiederanno perchè a lei la carne e a loro no...se le concedi qualcos'altro sembrerà che tu la vizi! E sai bene che non possiamo farlo, la detestano già di loro."
Peccato. Marcella sospettava che fosse la sua esperienza di tiraossi a darle quello strano equilibrio. Nonostante fosse un'allieva diligente e volonterosa, l'unica regola che la ragazzina non poteva soffrire era la reclusione a cui erano sottoposte le novizie: ma mentre molte di loro uscivano di nascosto per darsi da fare con i ragazzi, lei sembrava essere interessata solo alla casa di sua madre e agli ammalati che vi si recavano. Le giornate in ginocchio sui ceci non erano servite a niente, e la vita lì dentro era talmente austera che on c'erano molti modi per punirla. L'ultima volta che l'avevano scoperta però Erennia aveva minacciato di tagliarle i capelli: quella volta Tuscia era stata talmente terrorizzata che le visite erano cessate...anche se lei ne soffriva molto.
"Peccato non poterglielo concedere...non vedo molte gioie nel suo futuro."
Il volto di Erennia divenne paonazzo. "Marcella...hai divinato per lei??"
L'assistente era sconcertata e incredula. La salute di una Sibilla era pari er importanza alle sue visioni. Solo Diocleziano, il Senato e i membri della Legio M Ultima, il leggendario braccio armato della Specula, potevano ricevere i vaticini immediatamente. Tutti gli altri, dal più umile guardiano di pecore fino ai patrizi più importanti, avevano a disposizione le novizie e le altre sacerdotesse di grado minore. Se volevano la Sibilla, potevano anche dover attendere più di sei mesi. Il sapere e l'esperienza di quella massima carica portavano a visioni sicure e approfondite...pari solo al prezzo che doveva pagare la donna che ne portava il sacro manto. Sapere che Marcella aveva divinato, da sola, per una della sue novizie era...inaudito.
"E si può sapere allora cosa hai visto, di grazia?"
Lo sguardo della Sibilla si perse nel vuoto.
"All'inizio c'erano immagini del suo passato. Capre, fiaccole, un corpo che cade...tutte cose che sappiamo già. Poi...caligae, e luoghi lontani verso il sole che sorge. Lividi, parecchi. Sangue, tanto sangue come ne vedo solo negli omicidi e nei sacrifici, ma è una guaritrice e potrebbe non essere il suo. Alla fine ho visto solo bianco e nero."
"Nel senso che non vedevi più i colori?"
"No, bianco e nero...come i marmi di un pavimento, ma diverso..."
Bianco.
Bianco come il soffice lino egiziano indossato dalle Vestali.
Nero.
Nero scuro, lucente e possente, come il mantello di una pantera.

2 commenti:

  1. I racconti di Bastet sono sempre sorprendenti. Mi sono persa i precedenti, quindi non conosco i personaggi, ma la storia è chiara anche così. E poi mi piace questa tua idea della Sibilla così umana e protettiva verso le sue novizie. Il personaggio di Tuscia è molto interessante, così come il suo futuro. Sebbene la divinazione di Marcella sembra preannunciare solo cattive notizie, è troppo poco per capire che cosa veramente le succederà. Ciao ;)

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  2. Grazie tesoro! E' sempre un piacere leggere i tuoi commenti!

    Per saperne di più su Tuscia e il suo futuro, basta che clicchi sul tag "Coorte XVII Syriana", detta anche l'"Esplosa" o la "Sfigata" dai suoi autori...

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