BIBLIOTECA: Hunger Games
Hunger Games - Suzanne Collins
Editore: Mondadori
ISBN; 9788804632238
Edizione: Oscar Mondadori (Best Seller)
Pagine: 371 - brossura
Prezzo: €13,00
Sinossi
Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.
Trama
Settantaquattro anni fa, in un futuro post-apocalittico non
meglio identificato, nello stato di Panem – sorto dalle ceneri di quello che un
tempo erano gli Stati Uniti d’America – vi fu una violenta ribellione che venne
soffocata nel sangue dei rivoltosi e seppellita sotto le macerie del Distretto
13, annientato, distrutto dopo la rivolta dalle forze militari di Capitol City,
la capitale di Panem.
Da allora, a memoria imperitura di quella ribellione, ogni
anno si svolgono gli Hunger Games, un reality show cruento in cui i partecipanti
si combattono all’ultimo sangue nell’Arena, fino a quando non ne rimane uno
solo. Chi partecipa viene estratto a sorte, un ragazzo e una ragazza con un’età
compresa tra i 12 e i 18 anni, il giorno della Mietitura e tutti e dodici i
distretti rimasti sono obbligati a partecipare.
Per la 74^ edizione degli Hunger Games, in un sistema di
sorteggio fallato con l’acquisto delle tessere alimentari in cambio di nomine
supplementari come candidati possibili agli Hunger Games, del tutto
inaspettatamente viene sorteggiata Primrose Everdeen, una dodicenne alla sua
prima Mietitura. Prima e ultima, dal momento che la protettiva sorella
maggiore, Katniss, protagonista di questa trilogia si offre volontaria per
sostituire la sua piccola “paperella”.
Tutto si svolge velocemente e i tributi, il co-protagonista
è Peeta Mellark, il figlio del fornaio, vengono caricati velocemente sul treno
dopo gli ultimi saluti per essere mandati a quel gioco al massacro che tanto
diverte la gente di Capitol City. In città i tributi fanno la conoscenza degli
altri concorrenti, contro cui dovranno lottare fino alla morte, e la struttura
dello spettacolo prende forma, soprattutto nell’importanza di fare una buona
impressione sul pubblico per attirarsi le simpatie – e di conseguenza i doni –
degli sponsor.
Dopo rivelazioni televisive emozionanti i ragazzi si
ritrovano nell’Arena a confrontarsi fino alla morte, stringendo alleanze
effimere eppure salde per sopravvivere a quel gioco crudele. Fino a quando
Katniss, in un momento di rabbia impulsiva, trova un modo di sfidare il
sistema. E vincere contro ogni previsione, non solo gli Hunger Games, ma anche
le regole e tornare a casa non da sola, ma in compagnia di Peeta.
Parere
Allora, ammetto che mi sono avvicinata a questa trilogia
solo ed esclusivamente per un motivo: ripagare lo sforzo di mio marito che il
fantasy lo odia, che trova i romanzi inutili e che nonostante tutto è andato a
scegliere non uno, bensì tre libri, che sono il connubio di ciò che lui ritiene
un’odiosa inutilità: i romanzi fantasy.
Era indeciso tra questa serie e i libri di Martin delle
Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha ahimè fatto una scelta e nonostante
questa trilogia non l’avrei mai nemmeno avvicinata in libreria, non solo per il
tema poco fantastico, ma anche per lo stile di scrittura, mi sono costretta a
leggerli. Ho fatto, insomma, un atto dovuto.
Arrivare a dire che ringrazio di averlo fatto è un po’ un’esagerazione,
via, ma una cosa è certa: non sono pentita delle ore di piacevole svago che mi
hanno donato, contro tutte le previsioni.
È cosa nota che io stia diventando allergica alla forma
narrativa in prima persona e dal momento che i libri della Collins così sono
scritti, questo era uno dei motivi principali per cui non li avrei mai e poi
mai acquistati. Però.
Però lo stile è impecabile, fluido, discorsivo ma non troppo
e, soprattutto, i fatti narrati sono narrati al presente, Katniss Everdeen ci
racconta quello che le sta succedendo in quel preciso istante, quello che lei
ignora lo ignoriamo anche noi e tutto quello che accade intorno lo veniamo a
sapere perché qualcuno lo racconta a Katniss o lei riesce in qualche altro modo
a reperire le informazioni.
È anche ben infarcito di flashback che danno un quadro più
ampio del personaggio e dei comprimari così come Katniss li vede e li conosce e
approfondiscono la personalità della protagonista arricchendo il suo background
senza appesantire la lettura e ben innestandosi nella trama principale come
ricordi di lei correlati ai fatti che le succedono.
Impeccabile impaginazione, cosa ultimamente non proprio
scontata dalla big Mondadori, buona anche la traduzione a sentir dire chi li ha
letti in lingua originale.
Un capolavoro del fantastico futuristico, quindi?
Assolutamente no. Semplicemente un buon libro, ben scritto, che vi accompagnerà
per qualche ora di svago e di leggerezza con la sua struttura in tre parti di
nove capitoli ciascuno (molto teatrale la cosa, ricorda i drammi in tre atti)
che separa drasticamente tre momenti importanti delle vicende.
La scelta dell’ambientazione sociale in cui in un futuro paese
dominato da un governo spietato, popolato da persone disposte a combattere fino
alla morte e da altre che trovano questo uno spettacolo divertente ricorda pesantemente
la sceneggiatura di Battle Royale, film giapponese del 2000 che non vi sto a
raccontare, anche se l’autrice dichiara di essersi ispirata al mito di Teseo e
il minotauro e ai giochi gladiatori dell’antica Roma (ma uffaaaa… qualcuno
vuole spiegare a sti ‘mericani che non si ammazzavano nell’arena, i
gladiatori?).
Voto: 4/5
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