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BIBLIOTECA: La solitudine dei numeri primi


La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano
Editore: Mondadori
Formato: ePub - cartaceo (copertina rigida)
ISBN: 9788804577027
Pagine: 304 
Prezzo: € 2,99


Sinossi
Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza.

Trama
Alice e Mattia sono due ragazzi con enormi problemi esistenziali ai limiti della sociopatia che si incontrano per caso al liceo e che, per tutto il libro, si rincorrono senza combinare nulla, né delle loro vite, né dei loro sentimenti.
Accusano, chi a parole (Alice) e chi con i suoi silenzi (Mattia), gli altri (i genitori) dei problemi che non sono in grado o che non hanno voglia di affrontare, trovando in un legame tanto effimero quanto preconfezionato quel misero stimolo di tirare avanti, rinchiudendosi e beandosi dei propri problemi che sono poi, di grande attualità e che vanno a toccare problematiche molto complesse quali l'anoressia, l'autismo, il rifiuto sociale e personale della propria sessualità e la sociopatia propriamente detta.
Sullo sfondo di una Torino facilmente riconoscibile dai tre principali posti citati questi due personaggi vivono vite parallele che, matematicamente parlando, arrivano a sfiorarsi quasi. Per x che tende all'infinito.

Parere
Alla fine, dopo quasi quattro anni dalla sua uscita mi sono decisa di leggere questo capolavoro della letteratura contemporanea italiana, vincitore di vari premi tra cui i rinomati Strega e Campiello, a confermare, con l'alto contenuto economico-finanziario e la potenza mediatica della pubblicità che lo ha accompagnato tutti targati Mondadori, quanto poco valgano questi premi come indice di qualità di un libro.
Dopo un prestito di otto mesi durante i quali ha stazionato sul mio comodino sempre sorpassato o preceduto da altri libri, a indicare quanto poco mi ispirasse, la congiuntura favorevole di permanenza nell'estremo oriente+nulla da leggere+eBook a prezzo stracciato ha innescato in me quel bisogno famelico di lettura che mi ha spinto ad acquistarlo in formato digitale con l'offerta.
Comprendo e trovo conferma alla mia personalissima difficoltà ad approcciarlo visto che definirlo semplicemente penoso è poco.
Quello che più mi ha stupito, visto che parliamo di un grosso calibro di casa editrice, è la totale assenza di regole grammaticali, di punteggiatura seria, di stile grafico che non è confusionario, ma decisamente assente. Insomma, tutto questo gran parlare di questo boom di Paolo Giordano altro non è che il solito pallone gonfiato ad arte.
L'ambientazione è assente, ci si ricava che è ambientato a Torino grazie a una ricerca su Google di un paio di posti (la chiesa della Gran Madre e l'ospedale Maria Ausiliatrice), cosa che solo qualche nerd come me può fare se già non li conosce, per il resto sembra un film fatto al chroma key solo che poi la produzione ha finito i soldi per le elaborazioni grafiche e tu te lo devi vedere tutto con quell'improponibile sfondo verde. La sensazione è la stessa.
Le tematiche affrontate, ovvero gli strascichi profondi di traumi infantili che sfociano nell'autolesionismo e in una forma lieve di sociopatia autistica dell'uno e nell'anoressia dell'altra sono temi gravi e, ahimè, affrontati con estrema superficialità, piattamente, senza alcun coinvolgimento emotivo, senza alcun realismo, una fredda cronistoria di tristezza che convoglia tristezza e finisce tristemente nel nulla di fatto, nella vacuità di una ricercatezza di termini che è chiaramente forzata, forse per evitare - ma poi con Mondadori alle spalle e i critici pagati dove sta il problema? - di essere accusati di povertà linguistica.
Lo scorrere del tempo è determinato da inutili anni indicati tra parentesi sotto al titolo del capitolo di turno e nient'altro, tanto che potrebbe capitare tutto nello stesso giorno e quasi non ci si renderebbe conto della differenza, tanto è la staticità delle scene descritte.
Gli editor di Mondadori ci sanno fare abbastanza rendendo quasi sopportabile la noia determinata dalla vuota discesa di tristezza banale e scontata, quindi leggerlo non è particolarmente faticoso, ma il risultato finale non lascia nulla, di quanto letto non vi sono passaggi particolari che colpiscono, visti i drammi scelti come tema principale nessuno necessiterà però di fazzolettini di carta a pacchi, perché il tutto è vuoto, senz'anima, una fredda analisi cronicizzata.
Il modo in cui vengono affrontati i temi di attualità sociale è, come già detto superficiale e sbrigativo, come un'anoressia raccontata come solo non volontà di mangiare legata a una velata paura di ingrassare senza tutti quei fattori circostanziali e comportamentali che invece accompagnano le vittime di questo grave problema. Per non parlare dell'autolesionismo che accompagna una specie di genio con forti problemi comportamentali, al limite dell'autistico trattato all'acqua di rose, lasciato galleggiare sulla coscienza del lettore come rifiuto della realtà e come ricerca di una punizione costante per una colpa commessa e mai superata, rinfocolata anche da una cecità familiare che nella realtà non c'è perché per quanto i bambini siano succubi dei genitori, esiste un limite tale per cui anche i genitori arrivano a comprendere un disagio che può influenzare pesantemente la vita del proprio figlio, specie se questo è una sorella che sta a metà strada tra l'autismo e il ritardato mentale.
Non ci vuole una laurea in psicologia, ma basta fare qualche ricerca su google e andare a scovare siti, blog e forum di medici accreditati per scoprire tutto queste sfumature che Giordano non ha saputo né cogliere, né tanto meno mostrare al lettore qualora le avesse colte.
Ci sono poi i personaggi marginali, uno in particolare è una figura totalmente inutile nella storia che distoglie il lettore dalla trama principale ed è Denis, il compagno di scuola gay di Mattia e Alice, geloso di quest'ultima e del quale ripercorriamo la rincorsa all'HIV nei suoi comportamenti estremi in quella fase della vita che lo affaccia al mondo degli adulti durante il periodo universitario, abbandonandolo poi nel nulla come una bolla di sapone in balia del vento.
In definitiva, se proprio devo dirla tutta, Paolo Giordano viene esaltato come un autore emergente di grande talento ma, francamente, conosco nomi molto meno famosi i cui scritti sono di livello decisamente superiore.

Andando leggermente off topic, vi allego tre link a caso che ho trovato interessanti, semplici e molto chiari sui temi dell'anoressia, dell'autismo e dell'autolesionismo, casomai qualcuno volesse approfondire l'argomento. E poi c'è sempre Wikipedia.it.

Voto: 1/5 

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