BRANI: Attorno a un fuoco
«Dai,
dai! Racconta!! Questa storia dei ragni mi giunge nuova! Che vuol dire quel:
“ragnettiiii”?»
La
domanda era stata posta dall’ultimo acquisto della coorte, un giovane romano di
circa vent’anni, un diplomatico dalla parlantina che mostrava di avere.
Massimo
Saverio Quinto, nell’esuberanza dei suoi ventuno anni, stava tartassando di
domande la guerriera daciana dai capelli biondi come il grano maturo e la
struttura massiccia di una madia di legno massiccio e dall’aria altrettanto solida, su quello che
riteneva un episodio a dir poco esilarante che risaliva a qualche mese prima
del suo ingresso in squadra.
«Azia…» invocò la guerriera con aria da pantomima in viso.
«Ti
sei cacciata da sola in questa faccenda, Meri. Arrangiati.» La fredda risposta
non la offese, tutti sapevano che Azia non era molto brava nelle
dimostrazioni di calore umano, salvo poi stupire tutti con radi sorrisi che
stemperavano il tono glaciale della voce.
«Grazie
dell’aiuto, bell’amica!»
«Prego.»
Quel
genere di battibecco era all’ordine del giorno tra le due donne e Massimo
Saverio Quinto, conciliator della coorte VI Arcana, dopo quasi un mese di
convivenza con loro aveva imparato ogni peculiarità del gruppo.
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