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RACCONTO - Diario di un Assassino XVI

23 Agosto.
Il tempo scorre ed è sempre più difficile riuscire a mantenersi lucidi nel proprio compito, mantenersi focalizzati sull'obiettivo. Più mi addentro nella struttura della Specula e più trovo affinità tra la sua causa e la Regola.
Sono arrivato al punto di chiedermi più volte se non sarebbe più proficuo per entrambe le parti collaborare e stringere un sodalizio piuttosto che combattersi e farsi la guerra, cosa questa in cui i Romani sono estremamente abili. Non che gli Assassini di Seth siano da meno, abbiamo solo mezzi diversi, ma considerando le coorti della Legio M Ultima nemmeno troppo.
Ma non sta a me decidere queste cose, io posso solo renderle note ad Archantes e al Consiglio quando sarà il momento, sperando di non arrivare troppo tardi. Se non altro ho fiducia nella mia Maestra che saprà consigliarmi per il meglio una volta che saprà il motivo del mio lungo silenzio. So per certo che sappia bene che sono vivo, in fin dei conti anche io, per non destare sospetti, ho scritto delle lettere a casa per informarmi sullo stato di salute dei miei "cari". Lettere che so essere pervenute ad Archantes, in famiglia fortunatamente siamo tutti molto devoti.

Passare due notti rinchiuso nella Domus Aurea di Nerone – che spettacolo di architettura! Meraviglie dell’ingegneria, seconda solo alle grande Dimore Millenarie della mia terra – a scartabellare carte su carte alla ricerca di informazioni sulla coorte a cui sono stato assegnato. Inutilmente, non ho trovato nulla che già non sapessi, in fin dei conti: una divinatrix più o meno inutile, un comandante che se ne frega degli ordini, un ex senatore scomodo a troppe persone e un guerriero ingovernabile.
Meraviglioso.

La coorte XVII Syriana è nota nell’ambiente come “carne da macello” e gli appartenenti non durano mai più di un anno.
Di bene in meglio.

Da primo Assassino di Seth a ultimo degli stronzi. 
Fantastico.

Se non fosse così tragica, la situazione, mi metterei a ridere.
Dopo giorni di viaggio a bordo di una triera militare, manovrata con maestria dal comandante Attinio attraverso Scilla e Cariddi nello stretto di Messina, sono sbarcato ad Antiochia e da lì mi sono diretto a Damasco incontro ai miei compagni. L’incontro è stato quanto di più assurdo potesse esserci.

A parte lei, sono stati tutto facilmente riconoscibili. A partire dal guerriero numida, in effetti è un colosso d’uomo che non si può non notare anche se si mescola alle variegate multietnicità delle città imperiali. La sua unica risposta al mio saluto è stato un “vedremo se sarà un piacere”, cosa non molto confortante.
Il secondo che ho riconosciuto al volo è stato il vecchio. È bastato seguire le sue urla da centurione per raggiungerlo e scovarlo. Mica tanto difficile. C’è da chiedersi come faccia a far parte della Specula sbraitando a quel modo qualsiasi parola, visto che di norma noi si dovrebbe passare pressoché inosservati. Cosa che, evidentemente, a questa coorte sfugge.
Il terzo non è stato complicato scovarlo: era sul campo esterno del castra di Damasco, al limitare del deserto, che scommetteva – e vinceva – su prove di abilità a cavallo con altri ufficiali e soldati della cavalleria. Uno sbruffone di prima categoria, non c’è che dire. Però ci sa fare con i cavalli, devo ammetterlo. Riesce là dove io farei volentieri bistecche.
Più difficile da scovare è stata la donna, la divinatrix: infatti il comandante Haimricht me l’ha presentata a cena quando è entrata scortata (o dovrei dire trascinata a forza?) dal vecchio, il Cornelio. È stato un colpo al cuore. Che il grande Padre delle Tempeste sia sempre lodato, perché credo di essere rimasto a guardarla come un imbecille con la bocca spalancata per un tempo troppo lungo. Fortunatamente, che gli dei siano benedetti, nessuno pare abbia badato a me, forse anche per il chiasso che la ragazza faceva, agitandosi e riempiendo di improperi il vecchio che l’appellava ad Erinni. Cosa che, tutto sommato, non era troppo lontano dal vero: con le due grosse trecce mezze sciolte a lasciar sfuggire pesanti ciocche di riccioli castano dorato sembrava un’indemoniata e il modo di parlare e di agitarsi non facilitava a credere il contrario.

Era, è lei.

Che gli dei mi proteggano, è la ragazza che ho salvato sette mesi fa al Santuario degli Spiriti, usando per l’unica volta il potere del Fulmine volontariamente. Non mi è più riuscito da allora e anche sull’isola delle ombre, con Magister Gawain, ho tentato di replicare quella cosa, ma senza successo.

Ritrovarsi attorno allo stesso tavolo il mattino dopo per la colazione è stato quasi imbarazzante, ma sembra sia riuscito a ingraziarmi il comandante, quantomeno abbiamo avuto la sera prima un’interessante discussione in fatto di donne.
Discussione in cui Cornelio, il vecchiaccio, ha ribadito fermamente due punti: star lontano da sua
figlia e star lontano da sua moglie. Non ho certo sprecato fiato a dirgli che nemmeno sapevo chi mai potessero essere e che la cosa, francamente, non mi interessava. In effetti mi interessa, e mi preoccupa, molto di più il modo che hanno di lavorare questi quattro. Non hanno la minima idea di cosa sia il coordinamento, per non parlare di come si stanno dimostrando delle chiocce assurde con Tuscia. In pratica non le lasciano fare nulla con il risultato che lei finisce per mettersi nei guai peggiori, il comandante non si spreca a dare ordini e anche se lo fa non è detto che il numida li ascolti.

Non vedo l’ora di poter tornare a casa, ad Avaris, e chiarire con Archantes e con il Consiglio le sempre maggiori voci che mi arrivano quando percorro i quartieri egiziani delle città: voci inquietanti che chi non sa ascoltare non capirebbe, voci di regole tradite, voci di omicidi indiscriminati. Voci a cui non posso e non voglio credere, ma che sono impossibili da ignorare.

Ora che non sono più vincolato alle strutture del magisterium potrei forse azzardarmi a mandare dei messaggi ad Avaris, ma non ritengo saggio fare questa mossa. Quest’angolo di Syria e i confini dell’Arabia sono in tumulto, sotto i fuochi della Rivolta dei Riformisti e rischierei di esser passato a fil di spada dall’una o dall’altra fazione per spionaggio. Sarebbe ridicolo essere ammazzato come spia sbagliata e non come infiltrato degli Assassini di Seth.
Mi chiedo se riuscirò a sopravvivere abbastanza per tornarmene a casa. Magister Gawain ha detto che avremo la nostra prima licenza tra sei mesi, più o meno.

Se saremo ancora tutti interi, per allora…

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