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BIBLIOTECA: Drow

Drow - Angelo Berti
Editore: Plesio Editore
ISBN: 9788898585199
Pagine: 212
Prezzo: € 12.00


Sinossi
Un’oscura profezia incombe sulle Terre Note e i popoli sono in subbuglio. Obiettivo di tutti è trovare i gemelli che secondo l’antico credo sanciranno la vittoria delle Tenebre o della Luce in un duello all’ultimo sangue. Ma il tempo scorre inesorabile e i due affrontano il loro destino con l’orgoglio di chi non vuole perdere se stesso, anche se il mondo ne ha già deciso i passi.

Trama
Kithjorm e Umarth sono due fratelli, gemelli, legati a un destino di morte e profezia. Quando i gemelli nati diversi verranno al mondo, saranno destinati a decidere il futuro di Luce o di Tenebra del mondo e dovranno scontrarsi per giungere a incarnare l’antica profezia scritta dai draghi su una pietra e per tale motivo immortale.
Sono figli della Regina Oscura dei drow, figli di un’aberrante passione tra costei e un barbaro umano.
Kithjorm cresce tra i drow, mentre di Umarth si perdono le tracce dopo che la madre lo getta da un’arca volante per salvargli la vita (!!) e viene effettivamente salvato da dei draghi di bronzo che casualmente passavano di là.
I salti temporali nel libro coprono in un istante i diciassette anni necessari al compiersi della profezia, portando subito al clou la storia al momento del ritrovo. Umarth viene ritrovato a fare il becchino, mestiere ereditato dal padre adottivo che lo ha trovato in fasce, in un paesino di frontiera, mentre nelle Terre Note si è evoluta una situazione socio-politica pari a quella che era la nostra Santa Inquisizione.
A inseguire Umarth c’è Eruanna, un’elfa che era stata schiava della madre del ragazzo, e che lo convince ad andare con lei nel regno degli Elfi, così da evitare il compiersi della profezia. Incroceranno la strada di due avventurieri, Pech e Thalatte: un giovane scapestrato e all’apparenza spensierato e un guerriero più vecchio e saggio.
Seguendo i passi dei due giovani arriveremo al confronto finale dove la giustizia e l’equilibrio dovranno trovare la loro strada tra la Luce e l’Ombra, fino al compimento del destino di ognuno.

Parere
Personalmente a me dispiace molto esprimere un parere negativo, perché so quanto impegno esso sia per l’autore e anche per l’editore, ma soprattutto perché la prosa di Angelo Berti è bellissima, un canto d’amore per la nostra bella lingua, il suo stile è fluido e mai noioso. Ma questo non basta.
Innanzitutto bisogna dire che se il titolo è totalmente avvincente (Drow… Dai, è fantastico, bisogna dirlo), poco lo è la copertina piuttosto bruttina, e non lo è per nulla il testo. Lo stile fluido e diretto di Angelo Berti è un piacere da leggere, l’idea di fondo è originale e con un potenziale enorme, purtroppo l’attesa viene disattesa nel suo sviluppo: per certi versi troppo spiccio, in altri passaggi confusionario. Ma, soprattutto, è la fiera delle coincidenze.
Pertanto, il pregio principale del libro – non prevede un seguito, uno dei rari casi di fantasy non sviluppato in saga – è qualcosa di consolante, perché purtroppo il resto del libro è altamente deludente.
Come dicevo, nell’insieme la trama mette in piedi una serie di coincidenze che sforano abbondantemente le capacità di incredulità del lettore, a partire dal fatto che dei draghi buoni raccolgano il bimbo gettato fuori bordo dalla regina dei Drow alla GRANDE COINCIDENZA del finale, che non sto a spiegarvi per non spoilerare tutto il libro.
Altra coincidenza davvero incredibile è il fatto che Eruanna, elfa della Luce resa schiava dai drow, venga mandata in missione dalla sua padrona a cercare il figlio gettato fuori bordo e che in diciassette anni lo trovi per caso e, soprattutto, che in diciassette anni non abbia mai trovato l’occasione di liberarsi dei due drow di scorta e fuggire.
Per continuare a parlare della fiera delle coincidenze, incredibilmente le strade di Pech e Thalatte si incrociano casualmente a quelle di Eruanna e del giovane Umarth. Per quanto questa fosse davvero una coincidenza, nell’insieme il tutto ha un retrogusto un po’ di forzatura.
La velocità di lettura del romanzo è legata anche alla sua brevità, appena duecento pagine, che però obbliga a seguire solo una parte della storia e a vivere le implicazioni socio-politiche delle ingerenze dei maghi nelle sorti dell’impero solo in maniera superficiale, giusto per avere una motivazione che poteva anche essere spiegata in altro modo, altrettanto breve, che desse al lettore un quadro sociale e ambientale che fosse chiaro e facilmente immerso nella narrazione, senza la necessità di costruire capitoli introduttivi che poi vengono, letteralmente, abbandonati perché effettivamente hanno raggiunto lo scopo prefissato. Lo sviluppo della storia è abbastanza confusionaria, i flashback sono un espediente narrativo che amo molto e di cui l’autore si serve nei momenti sbagliati per dare una sbrigativa spiegazione a quanto successo in un passato che ha spesso rivisitato, ma mai da quel punto di vista. Sviluppo comprensibile e necessario per mantenere il colpo di scena finale, ma a mio parere mal gestito, dal momento che per tutto il romanzo ha intramezzato capitoli che narravano momenti temporali diversi, cose che invece potevano essere ben espresse come brevi flashback.
A questo dobbiamo aggiungere il fatto che la trama principale è stata sacrificata per far posto a scene secondarie di cui non si sentiva il bisogno (il torneo nell’arena dei drow e l’incontro con Omer e la sorella), scene che sono servite solo a causare ancora più confusione e limitare ancora di più il già esiguo approfondimento dei personaggi che risultano piatti e poco credibili.
Principalmente la storia ruota attorno a Kithjorm, il gemello rimasto con la madre e con i drow, e quindi oltre al titolo questa cosa mi aveva dato modo di assaporare l’idea di veder sviluppata la società drow come ci si può aspettare. Sebbene sin da subito è chiaro che questa società drow è più legata alla mitologia norrena e non al fantasy classico di D&D, gli Elfi Oscuri sono sempre Elfi Oscuri e certi tratti dovrebbero essere noti e invece li vediamo disattesi. Nel complesso, ho trovato più drow il comportamento di Eruanna che quello della Regina Oscura di cui si millantano malefatte incredibili, ma non se ne descrive nessuna.
Insomma, se anche non mi trovo di fronte a una società matriarcale dedita al culto della Dea Ragno, dell’inganno, della menzogna e del tradimento, mi aspetto che la società drow sia quella di un gruppo di elfi che incarna l’ideale comunque di “male”. Vedere, quindi, come Kithjorm viene trattato mi ha deluso: il giovane, cresciuto secondo i crismi drow, viene sempre “protetto” dalla madre e dal nonno in quanto erede al trono… Cosa assolutamente impensabile nei drow (di Drizzt ne basta uno, siamo franchi), fossero anche i Dokkalfar dell’Edda in prosa.
Più ci si avvicina al finale più la GRANDE COINCIDENZA che è il colpo di scena è banale, sciocco, prevedibile e descritto sbrigativamente, senza nessuna epicità che in teoria l’incarnare una profezia dovrebbe portare, specialmente se questo è il punto nodale dell’intera trama.

Per citare il libro, “Isil mi deve un favore”. Uno molto grosso.

Voto: 2/5

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