VIDEOGAMES: Splinter Cell Blacklist
Ciao
a tutti ragazzi e benvenuti in questo nuova recensione.
Questa
settimana vogliamo parlarvi di Splinter Cell Black list. Stiamo giocando generi
di videogames sempre più diversi tra loro per provare sempre cose nuove. Questa
volta è il turno del nuovo capito della famosa saga di Splinter Cell,
videogioco, per chi non lo sapesse, di genere stealth, ciò un genere il cui
scopo è svolgere missioni senza essere scoperti.
La
video recensione di questa settimana sarà divisa in due parti; nella prima
parte vi parlereremo di quelli che sono i punti di forza del gioco da
un’analisi fatta da Salvo, mentre nella seconda parte vi parlerò personalmente
delle mie impressioni su questo gioco, raccontandovi il perchè l’ho trovato
molto difficile e il motivo per cui non sono riuscita, almeno io, a terminarlo.
Oltre
a questo video, verrà realizzato anche un nostro esperimento su questo
videogioco che vedrete in seguito, e sicuramente da non perdere.
Vi
lasciamo ora al video e ci auguriamo che vi piaccia!
For
players by Gamers!
Ciao!
Salvo&Irene
Splinter Cell Blacklist è il nuovo capitolo della famosa serie
di videogiochi sviluppati da Ubisoft, e sembra che che la casa sviluppatrice
sia riuscita finalmente ad ascoltare i feedback dei fan più appassionati della
serie per riportare il gioco ad un ritorno alle origini concentrandosi sullo
sviluppare un titolo principamente di genere stealth piuttosto che rendere il
gioco action e quindi alla portata di tutti.
La minaccia terroristica è alla base della storia di questo capitolo,
un gruppo terroristico ha dato infatti, un ultimatum all’America a cui dovra
attenersi per evitare di subire attacchi ogni 7 giorni.
Di fronte a questa minaccia vedremo entrare in gioco il nostro
noto protagonista Sam Fisher, per la prima volta a capo dell’organizzazione
antiterrorista Fourth Echelon.
Già fin dai primi minuti di gioco si può vedere come il titolo
si concentri appunto sul genere stealth e l’oscurità, vero marchio di fabbrica
della serie, torna finalmente ad essere la protagonista del videogioco; gli
sviluppatori hanno infatti regolato la luce su toni principalmente scuri,
rendendo l’azione stealth nel buio davvero emozionante e permettendo
addirittura durante la fase di gameplay di creare il buio anche dove non c’è
naturalmente, spegnendo interruttori o rompendo lampadine.
Il gioco stesso infatti, invoglia particolarmente il giocatore
ad adottare uno stile di gioco prettamente stealth, tuttavia è però possibile
adottare anche altre tipologie di gioco introdotte dagli sviluppatori con 3
diversi nomi, in modo da cercare di poter soddisfare più gusti allo stesso
tempo: lo stile “pantera”, un mix tra azione e stealth con uccisioni silenziose
e premeditate con il giusto tempismo; lo stile “assalto”, classico modo di
affrontare i nemici attraverso scontri diretti; e lo stile “fantasma”,richiesto
a gran voce dai fan della saga, e che richiede di aggirare i nemici senza farsi
vedere, piuttosto che affrontarli.
Il bello del gioco è che non ci chiede di scegliere in che modo
vogliamo giocare, ma siamo noi che decidiamo di volta in volta come affrontare
la situazione. Uno schema riassuntivo a fine di ogni missione ci segnalerà a
quale tra i 3 stili ci siamo avvicinati maggiormente.
Uno degli aspetti più interessanti di Spliter Cell Blacklist è
però l’intelligenza artificiale, anche se con qualche pecca: i nemici quando
non sono in allerta hanno un’IA molto limitata e si limitano a seguire pattern
precisi e limitati, mentre quando si accorgono della nostra presenza ci
sorprendono accerchiandoci e sbucando fuori all’improvviso da percorsi
secondari; il lato negativo è che proprio quando sono in allerta, ho notato che
i nemici, che si trovano distanti dal punto dove ci hanno scovati, tendono a
mantenere la posizione, in un modo quasi irreale, come a puntare l’arma nella
direzione dell’ultima posizione dove ci trovavamo, potendo tranquillamente
accerchiarli ed eliminarli
A parte questo,i programmatori hanno arricchito il gameplay
introducendo una feature molto particolare: dopo la terza volta consecutiva che
si ricarica il check point a causa di un fallimento della missione, il pattern
dei nemici viene rimescolato rendendo il gioco molto più difficile ma anche
molto più soddisfacente per chi ama giocare con un approccio stealth.
Alla fine di ogni missione il nostro protagonista riceverà del
denaro che gli permetterà di comprare armi, potenziamenti e gadget più
funzionali e potenti tra cui droni e oggetti degni di un film di 007.
Per via dei diversi stili di gioco in cui è possibile affrontare
il gameplay il gioco ha un buona longevità, considerando anche che ci sono
missioni secondarie, una modalità cooperativa che ti permette di sbloccare
percorsi secondari che altrimenti non sarebbero accessibili nella campagna
singleplayer, e poi un multiplayer online.
A parte qualche piccolo bug, sotto il punto di vista grafico è
veramente eccellente e realistico, i giochi di luce ed ombra sono
fantastici e con texture ben definite. Anche il dinamismo delle espressioni
facciali è ben curato, dando l’impressione di poter guardare un film durante le
cutscene.
Dal punto di vista del sonoro non possiamo non parlarvi del
doppiaggio curatissimo, con doppiatoriori davvero bravi tra cui il tanto atteso
ritorno di Luca Ward alla voce di Sam Fisher.
Per quanto riguarda la mia opinione personale di questo gioco,
posso dirvi che è un gioco che personalmente l’ho trovato piuttosto
difficile, premetto che è stato il primo gioco di genere stealth che ho provato
e mi sono trovata davvero in serie difficoltà nel capire come affrontare le situazioni
senza farmi vedere dai nemici.
Molto probabilmente il genere stealth non fa per me, e quando ho
provato a giocare in modalità assalto mi sono resa conto che bisogna avere
sangue freddo e nervi d’acciaio per scappare in fretta dai nemici, visto che
sarebbero bastati giusto un paio di colpi per essere uccisi.
In sostanza è proprio un gioco che andrebbe affrontato in modalità
stealth ma forse non è uno dei titoli più facili per chi si avvicina per la
prima volta al genere, poichè i numerosi tentativi che ho dovuto fare per
terminare un singolo check point mi hanno davvero scoraggiato tanto da farmelo
poi abbandonare. Condiderate che ho giocato in modalità principiante e che ho
terminato, giusto per farvi un esempio, la prima missione della campagna in ben
57 minuti. Potete capire quante volte sono morta e ho ricaricato il check
point: insomma, troppe.
Se siete amanti della saga e adorate l’approccio di gioco stealth
questo gioco vi sorprenderà, ma se come me, amate affrontare le sfide con un
approccio più diretto, vi consiglio di cercare altrove perchè credo che questo
titolo sia molto più godibile e soddisfacente se giocato come il gioco
indirettamente suggerisce.
La nostra recensione finisce qui, ci auguriamo che vi sia
piaciuta, se così fosse siete liberi di condividerla, e non dimenticate di
seguirci anche sul nostro blog e pagina facebook per non perdervi i prossimi
video, fra cui l’esperimento di cui abbiamo parlato nell’introduzione al video.
Alla prossima!
Ciao!
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