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BIBLIOTECA: Il segreto di Ambrise

Il segreto di Ambrise - Ercole De Angelis
Editore: self-publishing su Amazon.it
Formato:
eBook kindle
ASIN:
B009HE9V0U
Pagine:
101

Sinossi
E‘ una storia che si dipana tra gli intrighi generati dal braccio di ferro tra papato e impero germanico (XI sec.) nello scenario del Lazio meridionale, durante la distruzione della fortezza del villaggio di Castrum da parte delle truppe dell’Imperatore Federico Barbarossa guidate dal suo fedele arcivescovo guerriero, Cristiano di Magonza. E’ una storia semplice che parla di cose ormai quasi dimenticate come onore, coraggio, sacrificio, dedizione alla causa, rispetto, amore.
Conoscevo la storia del castello di Ambrifi, situato in una valle nel mezzo dei monti Ausoni, totalmente abbandonato in fretta e furia intorno al 1400 d.C.. Dell'insediamento rimangono solo pochi ma autentici resti. Resti non rimaneggiati successivamente proprio perché abbandonato totalmente. Mi sono munito allora di pazienza e di macchina fotografica, e, con google earth come unica guida, sono andato in cerca del piccolo colle sito nella valle omonima. Una volta trovatolo, ho subìto immediatamente il suo fascino. Arrivato alla torre del castello, mi sono infilato tra i rovi e al fine ecco quello che cercavo: il portale della chiesa, un portale recante la croce templare al centro dell'architrave d'ingresso, miracolosamente ancora in piedi; anche i templari sarebbero stati protagonisti del mio romanzo.
La storia narra di un giovane contadino, Filippo, che scoprirà di avere nobili origini e verrà coinvolto, suo malgrado, in un una questione di vita o di morte. Il ragazzo sarà accompagnato nelle sue avventure da un giovane e curioso lupo grigio e verrà aiutato nel suo cammino dall'adolescenza alla maturità da un vecchio maestro templare, la cui saggezza inciderà su un finale inaspettato. Il libro che sarà cornice di un tenero amore, nasconde tra le sue righe un segreto che proviene da oltremare, dal lontano principato di Antiochia.

Trama
Filippo, il cui destino sembra sia già deciso, incontra nella foresta intorno a casa un cavaliere morente che gli affida il compito di portare alla vicina abbazia le sue armi e come ricompensa gli viene donato il cavallo.
Il ragazzo è un contadino figlio di contadini che custodisce in cuore il recondito desiderio di diventare da grande un cavaliere e di andare alla crociate in Terrasanta, dove diventare ricco e famoso, un eroe insomma.
Sembra una storia comune per l’epoca in cui è ambientata la storia e difatti lo è, mostrandosi attualissima pur essendo calata in un contesto storico. Chi di noi, infatti, non ha forse sognato di essere un astronauta da bambino, in fin dei conti?
Il suo sogno sembra però destinato a realizzarsi: con la benedizione del padre dirige la sua nuova cavalcatura alla volta dell’abbazia e viene ammesso all’educazione come cavaliere sotto la guida del capo dell’ordine monacale a cui fa riferimento il cavaliere morente. Sono i templari che hanno nell’abbazia di Ambrise una delle loro roccaforti.
Nel corso degli anni che Filippo passa ad addestrarsi coltiva, oltre al sogno di diventare cavaliere e di andare alle crociate, l’amore, sbocciato da un incontro casuale con una giovane pastorella. Conoscerà, però, oltre all’amore anche il dolore quando, durante un’incursione, scopre la perdita cruenta della sua famiglia. Allontanato dal monastero per riscoprire sé stesso, Filippo troverà la vera via da seguire e svelerà in solitudine il mistero che lo accompagna sin dal giorno in cui giurò a un cavaliere morente di riferire un messaggio che si rivelerà di importanza vitale per la sopravvivenza dell’ordine dei Templari ma, soprattutto, per la sopravvivenza della vera Fede e della Chiesa contro la calata delle forze imperiali di Federico Barbarossa.

Parere
Il segreto di Ambrise è il secondo lavoro che leggo di Ercole De Angelis, dopo “Il sacro fuoco della regina”.
Per la seconda volta De Angelis mi stupisce con la semplice linearità e l’aulica completezza dell’opera. Pecca, se messo in confronto con altri scritti storici dello stesso livello, di una mancanza di intreccio nella trama che però, a differenza di molti casi in cui questo porta a noia, lascia sempre con la curiosità di scoprire cosa succede pagina dopo pagina.
La storia è dinamica, pur senza continui colpi di scena, può rientrare senza alcun dubbio in quella fascia di scritti etichettati come romanzi di formazione e narrano di antichi e ormai (ahinoi) dimenticati valori quali il rispetto, l’onore, la giustizia, tutte cose che qui in Italia ultimamente languono in una lenta e inesorabile agonia.
I termini quasi aulici donano un sapore retrò senza appesantire la lettura, dando al lettore quel pizzico in più di fascino che già i Templari di loro emanano con il mito della loro turbolenta storia.
Questo romanzo rappresenta una visione laterale, se vogliamo guardare all’opera da un punto di vista prettamente artistico, di questa storia o, meglio, di una parte di essa.
L’ambientazione è stata ben ricostruita e l’anomala localizzazione geografica denota la grande passione dell’autore per la storia del nostro paese e dell’area in cui egli vive in particolare, cosa che quasi nessuno fa: approfondire la storia del proprio territorio (ammettiamolo: solitamente conosciamo di più la storia di altri paesi e di altre nazioni meglio di quella di casa nostra…).
L’italiano è ben curato e non ho riscontrato errori a livello di grammatica e di sintassi, segno questo anche di quanto l’autore ami la nostra lingua e, soprattutto, la rispetti!
La trama è lineare, semplice ma non per questo noiosa, anzi denota un’intelligente scelta letteraria che non ambisce a complicate trame intrecciate in modo che poi può risultare paradossale; molto spesso la cosa più difficile da realizzare è proprio la semplicità e la linearità della storia che si vuole raccontare.

Voto: 5/5

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