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Play by Forum - Da Morte all'Imperatore

Scrive Xeralden, sull'isola dei draghi:

Indossato il "vestito" del forum, il gioco di ruolo assume connotati 
nuovi e indipendenti rispetto a quelli che può avere attorno a un tavolo.

Niente di più vero.
Prendiamo per esempio il Play By Forum che noi stessi gestiamo sull'isola, Morte all'Imperatore.
Questa storia ha preso così tante visioni diverse, nel corso degli anni, da apparire sempre nuova, sempre attuale e sempre diversa.


Quella notte la pioggia cadeva fitta sull’Urbe deserta. Il silenzio avvolgeva la capitale come una coltre di nebbia, interrotto ogni tanto solo dal rumore dei cani alla ricerca di cibo tra i rifiuti gettati per strada. Tutti erano chiusi in casa per non violare l’editto che Diocleziano aveva emanato il giorno precedente: quella notte le strade della città dovevano essere vuote, nessuno avrebbe organizzato feste o banchetti, nessuno avrebbe trasportato mercanzie alle botteghe. Chi fosse stato trovato per strada sarebbe stato arrestato e condotto all’anfiteatro Flavio, damnatio ab bestia.
Non era la prima volta che veniva istituita la Legge delle Legioni, era sempre stata giustificata come una necessità per la sicurezza dell’impero e anche se ad alcuni appariva una bizzarria di un Diocleziano troppo preoccupato per la propria sicurezza, nessuno gli dava torto vista la fine dei suoi predecessori; anche i senatori a lui ostili gli riconoscevano l’abilità di pacificatore dell’impero e liquidavano la cosa come accettabile, essendo comunque ben lontana dalle follie di altri regnanti, come ad esempio Caligola.
Le vie intorno al palazzo imperiale risuonavano solo della lugubre eco dei passi dei soldati di guardia, che nascosero quelli di quattro figure furtive che lasciavano il palazzo in quella notte di pioggia, correndo sull’acciottolato bagnato. Una incespicò scivolando, con il rischio di farli scoprire. Si allontanarono muti tra le vie deserte stretti nei loro mantelli, passarono dietro alle terme di Traiano e, attraversando veloci la strada, ne imboccarono una scoscesa e scivolosa fino ai piedi del Colle Oppio, sull’Esquilino. Entrarono in un buco scavato nel fianco della collina e nascosto da una rete con una pianta rampicante avvinghiata.
All’interno, protetti da occhi indiscreti, accesero delle torce per schiarire il cammino. Le fiamme danzanti al ritmo dei passi affrettati illuminavano le pareti della grotta presentando ai loro occhi, pochi passi più avanti, qualcosa di stupefacente: le pareti grezze di terra e roccia lasciarono il posto a un corridoio perfettamente conservato con affreschi alle pareti e mosaici impreziositi da tasselli in oro sul basso soffitto. La terra del pavimento era battuta e vista l’altezza esigua del soffitto non doveva essere stato scavato del tutto: molto probabilmente un braccio o due più in basso si sarebbe trovato un pavimento di marmo o mosaicato. Ai lati si aprivano come buie fauci alcuni cunicoli secondari che si allargavano nell’oscurità.
Erano all’interno della Domus Aurea di Nerone, recentemente scoperta. Nella sede segreta della Specula, l'elite imperiale. E, come i titolari di quel luogo che avevano profanato, ai piedi del Cippo delle Stelle si riunirono per decidere le sorti dell'impero.
"Allora, signori, avete deciso?"
Un coro muto di assensi rispose all'interlocutore, che strinse le labbra soddisfatto. Levò in alto il pugno, armato di un pugio. E il Colle Oppio riecheggiò di un'unica invocazione: "MORTE ALL'IMPERATORE! MORTE ALL'IMPERATORE! MORTE ALL'IMPERATORE!"

Questa avventura, c'è quasi da non crederci, è stata creata da me ed Elios Tigrane quasi vent'anni fa, una vita insomma, quando ragazzini pieni di entusiasmo ci accingevamo a fare i beta test di Lex Arcana, un gioco che avuto una sua buona fortuna e che ci ha appassionato, rimanendo nel cuore chiuso in uno scrigno di ricordi piacevoli, di lunghe e divertenti sessioni attorno al tavolo.

E' stato ripreso come racconto dopo molti anni, come una serie di episodi estrapolati dal diario dei vari Custodes, i personaggi di Lex Arcana che ci hanno accompagnato per molte nostre tappe, fino a diventare una nuova partita attorno al tavolo con la nuova ambientazione da noi inventata, ben sei anni fa, e non ancora realmente definita.
A causa di giocatori e di fattori esterni alla nostra volontà, fu una partita ancora una volta completamente nuova, diversa dalla storia che avevamo già vissuto come master e giocatori e poi scrittorucoli improvvisati, ma naufragò rimanendo incompiuta.

Ora che è stata definita l'ambientazione della Specula, ora che l'ucronia ha fatto mettere - per citare gli amici di nerdblock - la freccia a destra alla Storia e l'abbiamo fatta svoltare, ecco che in test sul forum questa avventura si veste di nuovi connotati e di nuove emozioni.
Ospitati da Pandemyc & co. su DragonIsland, ciò che ha avuto un inizio sempre uguale, immutato in tutti questi anni (se non forse solo nello stile della nostra scrittura che, spero, si ritrovi migliorata!) trova come dice Xeralden in quel suo bellissimo articolo, nuovi connotati e nuove dimensioni.

Per carità, è certamente anche una questione di ritmo, e il Play by Forum non è certo famoso per l'immediatezza delle azioni, ma ciò che riveste di magia questa forma di gioco di ruolo è la profondità, una profondità che al tavolo è estremamente difficile anche solo da raggiungere.
Perchè, come in tutte le belle partite di GdR, sono i giocatori a scrivere la storia, il master da solo degli input che la possano arricchire: dettagli, avventure, quest, indovinelli... tracce, semi lanciati sul terreno fertile dell'immaginazione comune che porta i giocatori a immergersi nel personaggio e a essere per quei pochi minuti di scrittura il personaggio, scrivendo e descrivendo le sue emozioni, i suoi pensieri, le sue intenzioni.

Riuscendo a spiazzarti come poche volte. E bastano poche, pochissime parole per farti vivere le stesse emozioni.
«Flavio, se ti muovi adesso ti attacchiamo l’osso storto e sarai zoppo per tutta la vita». Sono convincente, lo sento. Incoraggiante no, poveraccio. [...] Il viscoso confine di sangue ha fermato ogni volta il mio tatto e lì ho depositato paziente la Pozione di Ipparco, preparata prima dell’arrivo di Castore e potenziata dai mirtilli che ha portato. Quante ferite ho contato sul suo corpo! E alla fine l’intruglio di olio e camomilla, per il suo occhio chiuso... e per i miei. Con la clessidra stretta nel palmo raccolgo i pensieri, ascolto il mio sangue correre nelle vene e lì cerco la scintilla che le infiammerà con il tocco dell’arcano che va oltre i miei talenti di semplice medico. Ricordo il Nilo, le sue acque che crescono in potenza per irrorare la terra e benedirla con il suo miracolo. Ecco, questo è il mio sangue ora. Spezzo la clessidra, la sabbia corre tra le mie dita come le parole esondano dalle mie labbra. «Anoigête ouranoi, anemoi te stête. Un -na uat neb am pet am ta Nuk sah em ba- f» Che Iside mi assista...

Ecco, ora pensatevi di essere Falvio, l'explorator che si è ritrovato con una gamba rotta dopo un pestaggio e vi sentite rivolgere dal sapiens medicus queste parole...

O, ancora, seguendo le orme di un violens:
Sembra proprio che quel Legatus abbia deciso di farmi incazzare.
Sono andato a passi larghi nel suo studio, con la richiesta di negoziare - per una volta - e lui che cosa fa? Mi propone di diventare il suo messaggero e riferirgli ogni singola mossa dei miei compagni Speculatori!
Io non ho nessun padrone, e tanto meno ho intenzione che lui lo diventi.
Ma che Giove mi maledica se questa volta non mi sforzo per mantenere il controllo davanti a lui. Non avrà modo di capire quanto mi bruci nel petto quella voglia matta di fare a botte.
Ci sono tante cose, in quella stanza, con cui potrei ucciderlo in meno di un secondo, se davvero volessi. A cominciare da quei fogli che costudisce gelosamente sullo scrittoio. Legatus non lo sai che anche la carta è un' arma?
Ma non faccio nulla, resto immobile e impassivo davanti a lui. Accenno solo brevemente quel saluto formale che sembra a tutti i costi volere.

La sua espressione è soddisfatta, mi guarda dal suo scrittoio, convinto di avere la vittoria in pugno.
Ma se i miei muscoli, invece, tacciono al momento insoddisfatti, lo stesso non si può dire del mio sguardo pungente verso di lui, carico di rabbia e disprezzo.
Sono fatto così, sono un mastino per natura, una testa calda che fatica ad ubbidire agli ordini.
Tuttavia sono stato scelto dall'Imperatore in persona per far parte della Coorte di Speculatori; il motivo per cui hanno richiesto il mio servizio credo che sia sostanzialmente per il fatto ho imparato che la vendetta è un piatto che va consumato freddo. E' come la quiete prima della tempesta: una volta studiato il mio avversario non do a vedere i miei sentimenti ed emozioni, gli lascio credere di aver vinto, in modo che egli, beato nella sua illusione, distolga l'attenzione da ciò che sono i miei reali intenti.
Claudius Secundus vuole tenerci d'occhio? Bene ma non saprà mai che sarò anche io a spiare lui nel frattempo.

"D'accordo Legatus. Ti verrà riferita ogni mossa della mia Coorte."
Claudius Secundus mi guarda stupito, non credo di aspettasse di ottenere una risposta positiva subito senza ricatti o minacce e nemmeno di trovarmi così mansueto e docile. Il suo animale domestico. Percepisco la sua espressione soddisfatta, quasi esaltata.

Mi congeda frettolosamente dicendomi che posso trovare informazioni sui miei compagni dai pretoriani fuori dal suo studio.
Perfetto, tutto è andato come volevo. E' il momento giusto e mi incammino verso l'uscita.
"Ah Legatus, ancora una cosa..."

E' così distratto dalle sue carte che non presta quasi attenzione al mio richiamo. Con un balzo attraverso la stanza e mi piazzo davanti al suo scrittoio. Gonfio i muscoli e la vena che ho sul collo si ingrossa, come ogni volta che sto per perdere il controllo della belva.

Con un braccio lo prendo violentemente per la tunica e lo trascino dall'altro lato dello scrittoio. Ora senza le sue puzzolenti pozioni che cosa farà? Potrei spezzargli il collo in manierà così veloce che sarebbe morto prima ancora che le Parche avessero finito di tagliare il suo filo.
Lo sollevo con facilità in aria, lasciandogli le gambe penzoloni e gonfiando ancora di più i muscoli del petto per spaventarlo.
"Non azzardarti a toccare mia madre!"

Lo scaravento a terra con forza e con un sonoro crack. Non so se sono le sue ossa o il legno dello scrittoio che ha ceduto all'impatto e francamente non mi interessa.

Non avevo intenzione di ucciderlo ma solo di spaventarlo a morte. Sicuramente non si immaginava che l'effetto del suo intruglio avesse cessato ogni effetto.
La prossima volta gli converrà buttarmi a terra con una dose doppia, o sarà peggio per lui.

Mi volto e esco dal suo studio sbattendo così forte la porta da far sobbalzare il pretoriano di guardia verso il quale mi rivolgo.
Che gli Dei mi comprendano, perchè sono veramente incazzato.
"Tu! Portami dai miei compagni!".
Dite, a chi mai verrebbe in mente di trattare a questo modo un generale? A parte a un mastino pazzo e incazzato, intendo... 
Mai, fino a oggi, ci era successo di trovare in queste poche righe così tanto come in questo Play by Forum. Forse ne scriveremo un'altra versione, di questa avventura, un romanzo magari e siamo assolutamente certi che, ancora una volta, sarà completamente nuova, completamente diversa e con una profondità di storia che, anche a distanza di così tanti anni rispetto a quando abbiamo iniziato ad appassionarci ai Giochi di Ruolo e alla Storia dell'Antica Roma, saprà sempre sorprenderci.

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