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La storia di Azia Medea Rubinia Antinea (parte II)

Medea ricordava pochi eventi felici nella sua vita. Molto pochi. Ricordava invece di aver sempre pianto tanto.
Aveva pianto da bambina, quando era morta sua madre. Aveva pianto quando, a tredici anni, il padre l'aveva mandata sposa a un suo conoscente, vecchio tanto quanto lui: Simplicio Ulpio Deiano. Era un suo avversario politico ed era il governatore di Bithinia-et-Ponto.
Anche adesso, quasi diciassettenne, ricordava quei tre anni di matrimonio come il peggiore degli incubi. Krizia, la schiava bambina che aveva appena salvato dalle grinfie del suo pessimo marito, tamponò lieve il labbro spaccato.
"Domina, perchè fai questo per me? Sono solo una schiava."
"Che Minerva mi faccia morire qui se lo so."
"Non dovevi metterti contro il padrone."
"Non avrei nemmeno dovuto sposarlo, se è per questo."
"Non dire così, domina. Era tuo dovere di figlia obbedire a tuo padre."
"Per quel che importa a lui."
"Ti ama e tiene a te. Ho letto alcune delle sue lettere ed è molto preoccupato del tuo silenzio. Crede che sia una punizione per questo matrimonio disgraziato."
Medea sorrise acida, sussultando quando il labbro spaccato tirò dolorosamente. "Sarà."
"Le ho viste, quelle lettere, ti dico."
"E pensi anche di poterne spedire una per me?"
Krizia guardò mestamente la padrona. "Vedrò cosa posso fare. Tu scrivila."
Medea sentì riaccendersi la speranza. "La porterai a Marco Emilio Rufo, con la preghiera di inoltrarla a mio padre."
"Lo farò."
La schiava non aveva mostrato esitazioni di sorta, nonostante la sua domina le avesse ordinato di andare nella casa del peggior nemico di Simplicio Ulpio Deiano.

Due giorni dopo, Medea fu convocata nello studium della grande domus di Nicea. Il marito la guardò severamente, il viso della donna era una maschera storpiata dalle percosse che aveva dovuto darle.
"Markep, il mio fidato curatore, ha visto la tua amata schiava andare dai Rufo. Sai dirmi perchè?"
Medea tremò. "Che ne hai fatto di Krizia?" Negare non sarebbe servito a nulla.
"L'ho venduta. Dopo averle dato una bella lezione." Sorrise crudelmente al vedere lo sguardo vitreo della moglie. "Consolati, avrei potuto sgozzarla nel tuo letto."
Medea strinse le labbra, barricandosi dietro una maschera di fredda indifferenza, pur sapendo che la cosa avrebbe fatto imbestialire il marito. Non disse nulla, rimase semplicemente in attesa. Sapeva che sarebbe arrivata la tempesta, ne sentiva la puzza nell'aria.
Posso salvarti, se tu lo vorrai.
Medea sbarrò appena un po' gli occhi, ma Simplicio non si accorse di nulla, proseguendo imperterrito: "Cosa devo fare con te? Perchè devi essere sempre così disubbidiente?"
Chi aveva parlato? Medea si guardò intorno, in cerca della fonte di quella proposta di aiuto. Ma non vide nulla oltre le solite cose.
"Rispondi!!"
L'ordine imperioso riportò la giovane donna coi piedi per terra e, sarcastica, replicò: "Pestarmi a sangue?"
L'uomo digrignò i denti. L'idea lo tentava, ma era evidente che lei ancora doveva riprendersi dopo l'ultima volta. "Stanotte verrò nel nostro talamo nuziale, preparati."
La vide tremare e sbiancare e con gran soddisfazione sorrise. "Sarà una notte interessante."
Ancora, Medea faticò a reprimere i conati alla notte prospettata. Doveva forse dirgli che era incinta, che portava in grembo suo figlio. Magari l'avrebbe lasciata in pace... Aprì la bocca per parlare, ma venne zittita da un gesto imperioso della mano del marito. Richiuse la bocca, considerando che era poco saggio disubbidirgli apertamente in quel momento. Avrebbe avuto tempo quella sera di parlare.
"Un'ultima cosa, moglie."
Medea chinò il capo riverente.
"Non voglio più sentire nulla al riguardo di un tuo qualsivolglia contatto con i Rufii. Di nessun genere, sono stato chiaro?"
Il ringhio sortì l'effetto desiderato, facendo tremare di puro terrore la donna. Lei lo guardò dapprima stranita, poi con odio palese. "Sei stato chiare, domine."
"Ora vai a prepararti per questa sera."
Medea, rigida per le ecchimosi e per la tensione accumulata in quel colloquio, salutò e uscì incontro alla peggiore delle notti che mai avrebbe creduto di affrontare.

Continua....

Scritto da : Atia Rubinia

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